martedì 5 ottobre 2010

"Io, disabile, non voglio più essere italiana"

Un tal Joanne Maria Pini, docente di armonia (!) al conservatorio di Milano, si è lasciato andare nei giorni scorsi a considerazioni degne di un Himmler tirando in ballo addirittura l'eugenetica.
A questo degno rappresentante della "cultura" risponde dalla prima pagina del Fatto Quotidiano di oggi una giovane affetta da atrofia muscolare spinale.
Da leggere trattenendo il fiato.

Mi chiamo Anita Pallara e sono


una ragazza di 21 anni affetta

da atrofia muscolare spinale, una

malattia neurodegenerativa e totalmente

invalidante. In parole

povere, sono handicappata. Mi

rivolgo al professor Joanne Maria

Pini che vorrebbe buttare me e

quelli come me dalla Rupe Tarpea:

la disabilità non è un valore

aggiunto, non è proprio un valore.

È solo una condizione. Non

voglio parlare di solidarietà e

nemmeno di sensibilità. Io parlo

di diritti. Il diritto all’istr uzione

ce lo garantisce la Costituzione.

Le sue parole, professore, sono

vergognose, pericolose, razziste

e illegali. Ma che valore ha tutto

ciò nel nostro Paese? A parte le

ovvie reazioni di sdegno e le condanne

morali, quale sarà la conseguenza

reale ? A voi tanti che

parlate di “selezione genetica”: io

non sono disposta a subire questa

ignoranza nel 2010. Se non ci saranno

delle forti prese di posizione

da parte delle istituzioni e dei

media, io mi recherò alla Prefettura

di Bari e consegnerò la mia

carta d’identità e il mio passaporto,

rifiutando così la cittadinanza

italiana. Non posso essere cittadina

di uno Stato di questo tipo.

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