martedì 26 aprile 2011

Gara di Resistenza.

Mai gara fu più in tema con la giornata.
25 aprile, sessantaseiesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, giornata simbolo del sacrificio della crema umana del paese, che ha ridato dignità e speranze di libertà ad un paese prostrato.
Così titolerebbe un qualsiasi telegiornale con una minima decenza, invece (immagino) di menarla sulla pasquetta (qualunque cosa indichi questo bizzarro sostantivo), le gite fuori porta e Napolitano che invita alla concordia. Segno evidente che la liberazione non è completata, e che bisogna resistere ancora anche dopo la mezzanotte che fa iniziare il 26 aprile.
Ma andiamo per ordine, come fa la peggiore feccia di questo paese parzialmente liberato nel mentre prima eiacula miseramente in bocca a qualche avanzo di casino e poi piazza i suddetti avanzi in ruoli pubblici, e financo nei ministeri.
La gara in questione è la Maratonina di Prato, appuntamento importante perché è l'ultima gara lunga per un po', se ne riparla in autunno.
Ci tengo per questo a far bene, e anche per onorare la giornata di festa.
Ma temo questa gara, perché so di non stare benissimo, negli ultimi 15 giorni ho corso solo tre volte a causa della piccola contrattura dell'8 aprile.
L'inizio non è incoraggiante. Lo speaker chiarisce subito che si tratta della "classica di pasquetta" (ed è vero, tutti gli anni cambia data seguendo i capricci della ricorrenza, ma fai finta di nulla, no?). E io avevo già analizzato il percorso, e capito che si evitavano ad arte tutti i luoghi che ricordavano di lontano la Resistenza, che pure a Prato non sono pochi. Vabbè, penso, ci si rifarà con la vivacità e l'allegria della città (ma Prato è allegra e vivace, sì, ma solo se venite da Legnate sul Membro).



















Partenza su buon ritmo, 3'46" in media i primi due km, l'azione sembra sciolta.
Durerà poco. Dopo cinque chilometri sono già cotto. Bollito.
Ma come un fegatello, eh.
Roba da pensare di non poter arrivare in fondo, se non dopo la musica.
Ma ormai siamo in ballo. Mantengo con i denti il ritmo sotto i 4' al km. La gara è su due giri: il termine del primo è il momento più critico, c'è da resistere alla tentazione di fermarsi. E per di più vedo davanti a me il compagno di squadra Boris che si ferma (contrattura anche per lui nei giorni scorsi), e questo è un invito a nozze... invece tiro dritto. Incremento addirittura il ritmo per un paio di chilometri. Poi, la scarsa condizione chiede il conto.
Gli ultimi 7 km sono interminabili, il tempo non scorre, lo spazio pare viscoso e ogni metro sembra espandersi all'infinito. Non avevo mai sofferto così correndo. L'unica cosa che penso è che devo Resistere, nonostante il corpo urli. Sarà un modo (non l'unico) per onorare la giornata. Resisto e rEsisto, ma il ritmo si alza e qualche posizione è persa.
Nel frattempo cerco di tenere la mente impegnata. E allora penso alle prossime gare, ma devo smetterla perché pensare di correre mentre stai soffrendo da cani non è proprio il massimo. Allora mi concentro a riflettere su un certo cambiamento che sta avvenendo nella mia vita. Alla fine, giuro, m'immagino di essere una staffetta partigiana con la bici in panne (quante risorse ha la nostra mente). Allora negli ultimi due km il ritmo si abbassa un po', e chiudo in 1 ora 23' 45", anche in discreta posizione (40°), e mi tocca un premio assurdo per una corsa podistica (buoni benzina per 30 euri).
Non male (il tempo, no i buoni), ma la cosa più importante è aver gestito una sofferenza mai provata in gara... aver Resistito, tornerà buono per il futuro. Magari non solo in corsa. ;)


Qui un piccolo video, 10 minuti di VITA intensa con la persona migliore che c'è oggi a Firenze, Silvano Sarti, classe 1925, presidente provinciale dell'ANPI. Altro che sindaci democristiani.






lunedì 25 aprile 2011

ORA E SEMPRE


Giusto un attimo per ricordare che oggi è finalmente un giorno di festa, LA Festa, dopo giorni di delirio consumistico.
sarò irrispettoso, ma la vedo così.
Ora si esce per andare a correre, 21km. Con lo spirito di un po' di anni fa, per sempre vivo...  e che bello ascoltare queste parole.

venerdì 22 aprile 2011

Contro l'omofobia.






Un "uomo" ha apostrofato l'altra sera la deputata PD e la compagna con insulti talmente gravi che la donna si è sentita costretta a chiedere scusa, in quanto italiana, a nome del paese, dunque, alla sua compagna tedesca.

"Noi chiamiamo contro natura quello che avviene contro la consuetudine; non c'è niente se non secondo essa, qualunque cosa sia. Che questa ragione universale e naturale cacci da noi l'errore e lo stupore che ci arreca la novità".
Michel de Montaigne, "Essais", libro II, cap. XXX

Errore e stupore, nel Cinquecento. Oggi, criminale ottusità.

mercoledì 20 aprile 2011

Morire in pace.

Milano, Corso Buenos Aires, 19 aprile.


Il manifesto 13x6 della campagna per il cinquepermille dell'Associazione Luca Coscioni, che qualche mese fa aveva curato anche la versione italiana dello spot pro-eutanasia prodotto da Exit international.
L'immagine e il messaggio sono lapidari e diretti, come lo spot.
Le prime reazioni, scontate e scomposte.
Come quella del sottosegretario Roccella O'Hara, che parla di "tracciare un confine netto tra la libertà di scegliere le terapie e la possibilità di scivolare verso l’eutanasia e il suicidio assistito". Il confine netto c'è già, è quello tra l'opinione di due italiani su tre e la cecità interessata delle beghine che ci governano.

martedì 19 aprile 2011

Settimana santa.

Davvero scoppiettante per Nanni Moretti quest'inizio di settimanasanta. Che d'altronde andrebbe ribattezzata settimana dell'isterismo cattolico fondamentalista, visti i lucidi interventi (chiamiamoli così) prima del vaticanista Alessandro Izzo, che sul giornale dei vescovi (Il Fogl..., cioè no, Avvenire) e su un blog umoristico (forse) invita a boicottare Habemus Papam (con ragioni da incorniciare, se si è esaltatori sfrenati della ristrettezza mentale), poi dell'immancabile Pontifex, che arriva, con sprezzo del ridicolo e del Codice Penale, addirittura a denunciare il regista per "offesa all'onore e al prestigio del Pontefice".
E se questi sono i detrattori, direi che potrebbe davvero trattarsi di un buon lavoro.


Intanto oggi esce un bel numero speciale di Micromega, e chissà quanto avranno da polemizzare per l'uscita non solo vicino alla pasqua, ma anche a pochi giorni dalla beatificazione (leggi: occupazione indebita della festa del lavoro). Ma... se non ora, quando?
Olé, anche quest'anno l'òvobenedetto me lo son guadagnato.
Ma dimenticavo: ieri m'è arrivato il CUD. Occasione buona per ricordarsi che c'è da destinare la quota dell'8 per mille, con un mefistofelico meccanismo che fa cadere milionate su milionate nelle grinfie della chiesa cattolica complice l'ignoranza dei gonzi. 


Io fo come tutti gli anni: destino la mia quota alla chiesa valdese. Ora, non so in cosa la pastiglia Valda (così piccola/ così grande) renda differente il loro cristianesimo dagli altri, ma so come usano i soldi loro destinati, e questo mi basta, e mi piace.

venerdì 15 aprile 2011

Teniamolo vivo dentro di noi.

"Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere, credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini a una stessa famiglia che è la famiglia umana"



Il suo blog, eterna testimonianza della grandezza dell'essere umano, nonostante tutto.

giovedì 14 aprile 2011

Non so stare fermo... m'incazzo troppo.

Fermo proprio non ci so stare.
E ora che mi sono autoimposto di starci, mi viene la smania del criceto invischiato in loop sulla ruota (tradotto: la smania di Scilipoti dopo che è da un mese invischiato nello stesso gruppo parlamentare).



Non voglio correre rischi, a 11 giorni dalla prossima gara, la Maratonina di Prato del 25 aprile, che nelle intenzioni sarebbe da correre a tutta. Venerdì scorso sento un minimo risentimento al bicipite femorale sinistro, che non mi impedisce di correre per 21 km domenica. Ieri mattina, nuovo piccolo risentimento, identico a venerdì (leggerissima contrattura, penso), che non mi causa inconvenienti (fatti 12 km a 4'18", senza dover nemmeno rallentare). Ora, violentando da dietro la mia natura, sto fermo almeno oggi e domani, e forse anche sabato (ma magari sabato faccio pochi km piano piano), e domenica mi faccio magari un medio, da me, senza andare in qualche garetta in zona che sennò mi faccio trascinare e son cazzi. Lo stato di forma fino ad ora era ottimo, e non credo scemerà così rapidamente. Penso ci sia solo bisogno di scaricare drasticamente. Spero non sia bisogno di autoconvinzione.
Vista l'inattività forzata, che mi porta a leggere e ascoltare (specie il frullare incessante delle gonadi) più del solito, un paio di domandine.
Fino a quando dovremo sopportare che una repubblica parlamentare abbia il parlamento congelato dagli interessi e i guai giudiziari di uno solo, uno che inchioda il paese a ragionare di mignotte papponi & affini, e la gente pare indignarsi solo per questo, quando il medesimo piùaltocheonesto è un corruttore conclamato e spaccia per eroismo l'omertà mafiosa (e questi sono i suoi lati migliori)?
Fino a quando la medesima repubblica sarà sotto scacco dei ricatti di una setta religiosa che allunga i suoi tentacoli da uno staterello estero che da diciassette secoli fa il bello e cattivo tempo e se non ammazza più è solo perché dai e dai il progresso e la modernità che tanto odiano gli ha tarpato le ali (ma son sempre gli stessi, basta leggerne le encicliche, Ratzinger e Wojtyla ragionano esattamente come Pio Nono), e che ha nel denaro e nel potere i suoi unici dèi? Trattasi di domanda retorica, lo so. Ma s'avvicina la cosiddetta pasqua, e pare che in quei giorni 'un si debba mòve' foglia se non per menate legate a quest'avvenimento, se loro 'un ci posson mette' bocca insomma. E allora va a finire che succede anche questo. Cioè, un concerto 'un si può tene' perché siamo a due giorni da pasqua? e sono gli stessi plagiati da piccini a esprimere "manifestazioni di disagio" e a chiedere che venga rispettata la "sensibilità religiosa" di ognuno (ed è un concerto di Jovanotti, mica di Marylin Manson).
Lo so, sono un livoroso. E infatti mi manda in bestia che il 25 aprile venga ricordato quest'anno perché è pasquetta (qualunque cosa significhi), o lunedì dell'angelo (e perché non fare anche il martedì dell'ippogrifo, e il mercoledì dell'elfo), e non perché Festa della Liberazione. Ma soprattutto, se il cosiddetto venerdì santo non si può fare un cazzo che non sia legato alle loro superstizioni, qualcuno mi spiega perché il Primo Maggio in occasione della Festa del Lavoro Roma verrà paralizzata dalla beatificazione (sic!) di uno che non ha mai lavorato in vita sua
Qui l'illuminato e moderno decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti che regola le celebrazioni e il culto del nuovo beato. da leggersi recitando mentalmente il mantra "l'Italia è uno stato laico... l'Italia è uno stato laico... l'Italia...". 
Forse è meglio se torno a correre alla svelta.

lunedì 11 aprile 2011

PACE-MAKER







Che poi correre non è proprio mettere semplicemente un piede avanti all'altro, sollevandosi momentaneamente da terra.
Ci stanno tante cose dietro, e tante possibilità. E modi diversi di vivere una gara.
C'è ad esempio chi se la corre con due palloncini colorati legati alla canottiera, con su scritti dei numeri. Sono i PACE-MAKER, incaricati di correre la Maratona o la Mezza Maratona ad un ritmo costante, per concluderla nel tempo indicato dai numeri scritti sui palloncini, e fare così da punto di riferimento per atleti meno forti e/o meno esperti.
Potevo non provare a fare un'esperienza del genere? 
Per le mezze maratone in Toscana il servizio pace-maker è collegato alla ONLUS "Regalami un sorriso" del grande fotografo del podismo Piero Giacomelli. Così tramite il forum della ONLUS mi offro per la Mezza Maratona di Empoli di ieri, per la fascia di tempo dell'ora e trenta minuti.
E prendo l'impegno seriamente, oh sì. In settimana, con nelle gambe ancora gli effetti delle strade dissestate della Firenze half Marathon di domenica scorsa, simulo un po' di chilometri al ritmo costante da tenere  a Empoli. Poi, venerdì il mezzo dramma: al termine dell'ultima blanda uscita, sento un bel colpettino al retrocoscia sinistro. Cazzo e ri-cazzo, sarà una roba da nulla, ho dovuto solo rallentare, ma per fare 21 km a 4'15" bisogna essere a posto...
Il sabato faccio una piccola riprova, che mi conforta un po'. 
Domenica mattina però arrivo a Empoli preoccupato, e non tanto per me, quanto per non riuscire a fare quanto dovuto.
"Boia, senza nebbia" il commento più sentito a giro per gli spogliatoi. E infatti l'umidità relativa avvicina le percentuali di parlamentari che votano a favore dell'aumento delle loro prebende (compresi gli IDDIVVINI, mortacci loro). In compenso non c'è il caldo atteso, ma niente paura: allo sparo, il sole si materializza con la prontezza di Scilipoti quando c'è da votare per il padrone, rendendo la piana empolese una stufa a secco (il sole, no Scilipoty).
Comunque sia, tra la nebbia mi imbatto nel punto di ritrovo del gruppo, e mi montano i palloncini. Foto di rito, gridi maori di battaglia, presentazioni sega dello speaker, e si parte.
Primo chilometro imbottigliati, poi ci si mette a ritmo e capisco subito che la gamba non ha problemi. E il tutto è divertentissimo, anzichenò, e dopo un po' di titubanza mi lancio nell'attività tipica del pacemaker che è quella di parlare di continuo per da' i tempi al chilometro oppure utili nozioni orografiche e paesaggistiche del tipo occhio qui c'è delle bùe sembrano i conti di tremonti oppure occhio al palo che vi ci sfiocinate, poi 'un date la colpa a me.
Del pari, m'accorgo presto che il mio compagno d'avventura ha uno strano senso del ritmo, e sì che per lui non era la prima volta. I chilometri dal quarto all'undicesimo scorrono con lui che guida, e io che ogni poco lo affianco per dirgli o brodo rallenta che si va troppo veloce, spinto anche dal bubare continuo dei runners intorno. Infatti:


















Al dodicesimo gli dico che rallento perché troppa gente non ce la fa a tenere il ritmo, e provo a riportarli sotto. In realtà siamo ben sotto la media dovuta, e allora tengo semplicemente il passo giusto fino in fondo, anzi leggermente superiore, tenendo un bel gruppetto e recuperando quelli che si staccano davanti. L'ultimo chilometro lo faccio praticamente tutto voltato all'indietro, a incitare quelli che seguono. Ed è buffo sentire a distanza lo speaker che annuncia l'arrivo di entrambi i pacer, mentre uno chiude sotto all'ora e 29 e l'altro (me medesimo) arriva un minuto dopo, in 1 ora 29 e 45. Non bellissima 'sta cosa, ma mi sembrava giusto così, e i ringraziamenti della gente me lo confermano...
Bello, bello. Lo rifarei anche presto, ma l'ultima Mezza c'è il 25 a Prato, e lì corro per me, spero forte. 

mercoledì 6 aprile 2011

L'uomo simbolo di un paese moribondo.

No, non è il più alto che onesto, per il quale oggi si apre l'ennesimo processo e che riuscirà sicuramente ad umiliare per l'ennesima volta gli aquilani nel secondo anniversario del terremoto. Egli non è un simbolo ma una bella fetta del meccanismo eziopatogenetico (boia dé) della decadenza.
L'uomo simbolo della decomposizione dello stato è per me oggi questo qui, il simbolo della fuga dei cervelli, con i corpi che restano in patria incontrollati.
La qui immortalata verruca perianale dal perfetto curriculum da inquisitore rozzo ma incolto si chiama Roberto de Mattei  ed è il vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), "Ente pubblico nazionale con il compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese", cioè è vicepresidente di una roba da cui dovrebbe essere tenuto lontano chilometri coi mastini e con gli antivirali.
Molto nota la presa di posizione che gli ha attirato gli scaracchi morali di mezzo mondo, quella sul terremoto in Giappone come dono di Dio ed espressione del suo "disegno", ma vale la pena perdere nove minuti ad ascoltare l'intero pezzo. A digiuno, mi raccomando.
"Le catastrofi possono essere ESIGENZA della giustizia divina". E questo è solo il titolo di testa.


Ma andiamo un attimo a ritroso nel tempo, ché l'ampolla rettale del tipo, qui, è capiente e produttiva.
A gennaio (ma l'ho scoperto solo ieri), sempre dalle pervasive onde di radiomaria che coerentemente ospita le sue cilindriche esternazioni, De Mattei sostiene l'opinione di un oscuro padre della chiesa, secondo il quale l'Impero Romano sarebbe crollato per l'emergere al suo interno di una congrega di invertiti, che avrebbe macchiato in modo irreparabile il nome di Roma.
Che è una posizione lucida e incontrovertibile, se ci si pensa. O non si sono estinti così anche i dinosauri? Altro che glaciazioni, altro che meteoriti: comparsa di lucertoloni pederasti ed effeminati, altroché.


Giugno 2010: chi può negare che gli atei siano "animali infelici"??


Infine, un anno fa: De Mattei nel più odioso dei suoi numeri: la diarroica tirata antievoluzionista ed antirelativista. Perché, sapevastelo, "Darwin è l'ultimo idolo che sopravvive dopo il crollo di Lenin, di Marx, di Robespierre e degli altri protagonisti della rivoluzione anticristiana..."


"Il relativismo evoluzionista è alle origini della crstianofobia in Europa, che si esprime con la proclamazione di nuovi diritti, a cominciare da quello all'omosessualitàaaaaaa..."

Lo portan via. O almeno dovrebbano.
Beh, dove potevano portarlo altrimenti?
E firmate.

lunedì 4 aprile 2011

Firenze Half Marathon

Rapidissimo post prima di andare a letto dopo la notte al lavoro...
Gara dagli infiniti pregi e difetti quella di ieri.
Il pregio più evidente è il contesto, un percorso meraviglioso, seppure reso durissimo dal fondo stradale spesso accidentato.
Il difetto più grande, la follia di voler stipare 1500 persone (per contare solo i competitivi, sennò si asuperano i 2000) in due giri nelle strettoie del centro, a parte i primi che si sgranano rapidamente dietro si creano imbuti tali che la metà avanza.
E finalmente si è corso con un clima ideale, dopo i diluvi dell'edizione dell'anno scorso e della maratona, complice una foschia che ha tardato a diradarsi fin dopo la fine della gara, garantendo un po' di fresco ideale prima di lasciare il campo a un sole meraviglioso (e se è vera l'antica saggezza che recita terzo aprilante quaranta dì durante c'è da aspettarsi una primavera da urlo).
La mia gara... la terza consecutiva sul filo dell'ora e 21 (1.21:20), e vista la natura del tracciato c'è di che essere soddisfatti. La classifica racconta di un 36° posto assoluto sugli oltre 1300 arrivati, 32° di categoria. Una grande emozione il tifo di parte della squadra (quelli che non correvano) schierata alla fine del primo giro, nell'attesa di entrare in azione al ristoro finale.
Ora me ne andrei anzi un po' a collassare, ecco.