martedì 25 ottobre 2011

A signo', so' 178 e 55... che faccio, lascio?

Si sarà capito che non si parla di grammi di prosciutto o di pecorino pepato.
Si tratta ovviamente di minuti, e lasciare la cifra intatta sulla bilancia è quantomai dolce...
Ma andiamo per ordine, come fa il governo che prima butta 20 miliardi anticipati per spedire il pomodoropachino a Lione trapanando le Alpi, e poi taglia sanità e pensioni.
Domenica 23 è il giorno della Maratona di Lucca. Mi reco in loco (colà) il giorno prima, perché la mattina stessa col treno arriverei troppo preciso, e sono allergico ai sedili dell'automobili. Ci arrivo anche un po' scettico perché murato da due giorni di raffreddore peso. Comunque domenica mattina mi sento meglio, e mi schiero speranzoso al via. Intanto, gli iscritti sono 800 e quindi mi metto agevolmente davanti, e avendo fatto fino ad ora solo maratone da 10000 e più partenti non è poca cosa. Sentire lo sparo e mettersi subito in moto, senza dover aspettare secondi interminabili (o minuti, ben quattro, la prima volta) è proprio una goduria.
I primi quattro chilometri si corrono sul viale costruito sopra le antiche mura della città che, ci dice wiki, sono l'unico esempio europeo di mura con fortificazione alla moderna perfettamente conservate, onde il D'Annunzio chiamava Lucca città "dall'arborato cerchio". E il panorama della città e dei dintorni di cui si gode da lassù, ora che siamo ancora freschi non è niente male. Ma a tutto ciò è insensibile il podista, che solo nota che nel secondo e terzo chilometro i Pace-maker delle 3 ore sono andati 4 secondi più veloce del dovuto.
Ma rilassatevi, che ce n'avrete da lamentarvi da qui alla fine.
Al quarto si scende dalle mura, si attraversa l'interno della città per uscire attraverso Porta san Jacopo, sul lato nord. Il resto del percorso è presto detto: ci si perde attraverso le frazioni e i comuni limitrofi, rientrando sulle mura per un ulteriore giro in senso opposto al precedente al trentottesimo chilometro, prima di gettarsi sull'arrivo di Piazza San Michele su un lastricato fra i più ignoranti mai visti. Per i dettagli, qui sotto (per i più duri) c'è scritto "visualizza dettagli".


Fino al settimo son rimasto coi Pacemaker. Poi piano piano mi sono avvantaggiato, fino a passare alla mezza in 1 ora 28' 55". Tutto bene fino al trentesimo, sempre sui 4'10-12 al chilometro. Al trentesimo son riuscito a bucare il ristoro ("qui acqua, sali e the più avantiiiiiii". Una sega. Io 'un l'ho visti, malidetto chi ti còce ir pane! ma è segno che iniziavo a esser cotto io). Ecco, qui ho iniziato ad aver paura dei crampi, tanto che al trentacinquesimo mi son strafogato di tutto, rischiando di vomitare (anche perché c'erano i sali al mango. Al mango! facciamoli al peperone sennò, eh?).
E proprio qui sono iniziati i dolori. Un bel sottopassaggio ripido al trentasettesimo ci voleva proprio. Ma ormai siamo in città, vedo le mura, e penso al muro che sta per cadere, quello delle tre ore, e mi stupisco di non essere tanto contento per quello, quanto per aver corso fino a quel momento esattamente come volevo.
Ma ancora non è finita, le gambe imballate son lì a ricordarmelo. Risalgo sulle mura, con una curva a gomito (e un pilone di pietra su cui rischio di sfiocinarmi) che mi dà l'opportunità di guardare dietro, con sgomento vedo i pacemaker a non più di trenta secondi. Faccio due conti febbrili: sono loro in netto anticipo, niente paura. E torna anche comodo: per me che ormai vado 10-15 secondi al km più piano del dovuto, è un piacere fare l'ultimo km e mezzo in scia al primo pacemaker. Chiudo come da titolo in 2 ore 58' 55" e, dopo gli abbracci e le strette di mano di rito, mi fermo lì per un po' a guardare i secondi scorrere sul tabellone, finché la cifra 3 non compare, nel conto delle ore.
T'ho visto da dietro, stavolta.  :-))))

Tra un mese si dovrebbe replicare a Firenze. Bisognerà trovare un nuovo obiettivo. Ma già, l'importante è aver corso come si voleva. O no?


 

martedì 18 ottobre 2011

La fine del mondo e altri animali

Non voglio parlare di quello che è successo sabato a Roma, non è quella la fine del mondo del titolo.
Nè voglio più sentir parlare di postfascisti che vietano i cortei per un mese (bella mossa davvero), o di quell'altro che vuole una nuova legge Reale, ed è fra i meno peggio che c'è a giro.
Preferisco parlare di corse. 
Domenica 23 ottobre sarò alla Maratona di Lucca , gara relativamente nuova visto che è alla terza edizione. Il percorso è interessante, con i primi quattro chilometri e gli ultimi quattro sull'anello delle splendide mura della città. Nel mezzo tanti chilometri, forse noiosi, a spasso tra le frazioni, ma almeno il percorso è piatto come l'EEG di un sottosegretario.
Non corro una maratona da quasi un anno, da quel disgraziato giorno a Firenze nel novembre scorso, quando c'erano cinque gradi e una pioggia battente.
Il meteo sembra reggerà (e qui prudono gli epididimi), e l'abitudine a correre col caldo degli ultimi mesi tornerà utile.
Come l'anno scorso, l'obiettivo sarà correre in 179 minuti.

Ora, qualche nube si profila all'orizzonte.
Sembra infatti probabbboli che al 23 ottobre 'un ci si arrivi proprio.
Lo dice uno che (pare) lo sapeva, il guru dei sympatici teocon, l'attendibile Harold Camping, qui sotto nella foto ANSA/Josaphat.
"Non è una basetta, è il mio unico assone, 'cazzo guardate?"
Il giovane virgulto, dopo il recente ictus, alza il dito sbagliato e invece di sbadigliare 12 volte in faccia al preg.mo premier come dioPo comanda brandisce i Principia Mathematica di Russell (che mostra orgogliosamente in foto) e prevede matematicamente la fine del mondo per il prossimo 21 ottobre, in barba ai miei 3 mesi e quasi  1000 km di preparazione.
Non c'è più religione.
Scientifico il metodo usato per la infallibile profezia, potesse stiantare prima (di fumo passivo, o di malocchio) chi non ci crede: "moltiplicare due volte tra loro i numeri sacri 5, 10 e 17, ottenendo 722.500, il numero di giorni dalla crocifissione di Gesù, avvenuta il 1 aprile del 33 dopo la nascita del medesimo spett.le figlio del principale".

Oh, ho fatto anch'io così. Scherzavo, non ho corso neanche un km negli ultimi 3 mesi. Ho invece anch'io brandito il coso, l'ultimo teorema di Fermat. Poi l'ho posato, e mi son munito di calcolatrice. E ho calcolato il tempo che farò indubitabilmente domenica. Ho moltiplicato nove (il numero di film thriller/horror diretti da Dario Argento prima di rincoglionire), per centotre (che è un numero felice, anche se è un numero primo, ma mi ha assicurato che non si sente solo, alla faccia di Giordano), per otto (che non solo è uguale alla radice di otto al quadrato, ma è anche un numero fortunato), ottenendo settemilaquattrocentosedici secondi, ovvero 2ore 03' 36", nuovo primato del mondo.
Se s'arriva a domenica, ho qualche scians.

Nel (meraviglioso!) video, la creazione dell'uomo, seimila anni fa, secondo più secondo meno.
Oh, lo dicono i Genesis, nel primo album, quindi.

mercoledì 5 ottobre 2011

SENZA PAROLE. Letteralmente

La stavo cercando, stamani.
Una parola. Una spiegazione.
Ecco quello che ho trovato.
Ne usciremo prima o poi, eh.
Due più due farà sempre quattro.