mercoledì 3 novembre 2010

Nuovo percorso Maratona di Firenze (QUINTA PARTE)

                            Prima Parte 
                            Seconda parte
                            Terza parte
                                   Quarta parte

Abbiamo dunque appena passato lo striscione con su scritto 21,097 km, tornando fra l'altro quasi al punto di partenza dopo un giro di un bel pezzo di città. La seconda metà affronterà le strade del quartiere 2 (Campo di Marte) per poi concludersi in pienissimo centro storico.
Ma andiamo per ordine.
Il passaggio dalla Mezza Maratona è intanto l'occasione per un bilancio, per  quanto possibile in corsa. Abbiamo rispettato la tabella prevista? Com'è la condizione fisica? Ce la sentiamo di andare in progressione da subito o è meglio conservare energie per il finale?
... e siamo riusciti a guardarci un po' in giro e apprezzare quello che ci scorre intorno?
Da questo punto di vista i chilometri che stiamo per affrontare aiutano abbastanza, visto che si tratta probabilmente del tratto meno "affascinante" del percorso.
Si percorrono in successione Lungarno del Tempio, Lungarno Cristoforo Colombo e Lungarno Aldo Moro, che dalla Mezza Maratona ci portano alla fine del ventitreesimo chilometro. Si tratta di strade larghe divise in due carreggiate, si dovrebbe percorrere sempre quella di destra guardando verso est. A metà di Lungarno Colombo troviamo sulla destra il Ponte da Verrazzano, che a tanti runners ricorderà la partenza di un'altra celeberrima maratona.
Si tratta del ponte più recente della città, terminato nel 1980; unisce il quartiere 3, Gavinana-Galluzzo, col quartiere 2, Campo di Marte.
Dopo il ponte, da lungarno Colombo e poi da lungarno Aldo Moro si può vedere, dall'altra parte dell'Arno, il secondo parco di Firenze, quello dell'Albereta, altra meta molto frequentata dai podisti.

Ponte da Verrazzano
Parco dell'Albereta visto da lungarno Aldo Moro
Superato il teatro Saschall si abbandonano i Lungarni svoltando a sinistra in Via della Casaccia e da qui svoltando di nuovo a sinistra si ritorna verso il centro attraverso Via Aretina, dove si conclude il ventiquattresimo chilometro. Pensando alle caratteristiche del percorso da quando si lasciano i lungarni mi sa che in questo tratto si potrebbero riscontrare le difficoltà che erano delle Cascine gli anni scorsi: si corre su strade un po' più anonime rispetto a quelle del resto del tracciato... e la distanza inizierà a farsi sentire.
In fondo a Via Aretina, attraverso Via di San Salvi e Via Vincenzo Chiarugi si arriva alla lunghissima Via Mannelli dopo essere passati sotto al Cavalcavia dell'Affrico  che attraversa la ferrovia e che attraverseremo qualche chilometro più avanti.
Via Mannelli corre infatti parallela alla ferrovia; sembra non finire più tanto che vi si concludono prima il venticinquesimo e in fondo il ventiseiesimo chilometro. Dopo il venticinquesimo, sulla destra troviamo l'ingresso della seconda stazione di Firenze, quella di Campo di Marte.
Uscendo da via Mannelli si sale su Ponte al Pino per attraversare la ferrovia, e si arriva a costeggiarla sull'altro lato in Via del Campo d'Arrigo.
L'Arrigo qui ricordato è Arrigo VII di Lussemburgo, già re di Germania e  imperatore del Sacro Romano Impero, che nel 1312 cinse d'assedio Firenze che si opponeva all'Impero  accampandosi per qualche tempo nei pressi del monastero di San Salvi, alle porte della città, nella zona dove ora termina questa via.
Dante lo esalta nel XXX canto del Paradiso, come l'uomo che avrebbe potuto porre fine al potere temporale della chiesa.

E 'n quel gran seggio a che tu li occhi tieni
per la corona che già v'è sù posta, 
prima che tu a queste nozze ceni,

sederà l'alma, che fia giù agosta,
de l'alto Arrigo, ch'a drizzare Italia
verrà in prima ch'ella sia disposta.

La cieca cupidigia che v'ammalia
simili fatti v'ha al fantolino
che muor per fame e caccia via la balia.

E fia prefetto nel foro divino
allora tal, che palese e coverto
non anderà con lui per un cammino.

Ma poco poi sarà da Dio sofferto
nel santo officio; ch'el sarà detruso
là dove Simon mago è per suo merto,

e farà quel d'Alagna intrar più giuso».

Dante, Paradiso, XXX, vv.133-148

Si tratta di un altro stradone infinito parallelo a via Mannelli, ma quasi alla fine del ventottesimo chilometro, all'altezza di Largo Gennarelli, si svolta a sinistra in Viale Malta entrando nel vero e proprio CAMPO DI MARTE.

Si tratta di un'area progettata nel 1812 per l'addestramento dell'esercito toscano e che ha mantenuto la sua vocazione militare fino agli anni trenta del novecento, quando fu riconvertita a polo sportivo, valenza che mantiene ancor oggi ospitando alcuni dei maggiori impianti sportivi della città.
Attraversato viale Malta, si svolta a sinistra nel primo tratto di Viale Manfredo Fanti, che con viale Malta forma l'intero perimetro della zona. Dopo poco si svolta ancora a sinistra in Viale Pasquale Paoli, dove sulla sinistra troviamo gli ingressi prima della Piscina comunale Costoli, il principale impianto fiorentino per nuoto, pallanuoto e rugby subacqueo, e poi del Nelson Mandela Forum, l'ex Palasport, il più importante palazzo per lo sport e lo spettacolo di Firenze.
Dopo il Mandela Forum si svolta nel Viale Maratona. Alla nostra sinistra, prima la curva ferrovia e poi il lato maratona dello Stadio Artemio Franchi.
Su questo lato sorge un sacrario dedicato ai Martiri del Campo di Marte, cinque giovanissimi di Vicchio qui fucilati il 22 marzo 1944 perche renitenti alla leva nella Repubblica Sociale Italiana. Qui il drammatico racconto di due testimoni oculari della vicenda.

Il sacrario dei Martiri del Campo di Marte

Lo stadio, quando era ancora dotato della pista di atletica, fu teatro il 10 giugno 1981 dello straordinario record sugli 800 m di Sebastian Coe.



Continuando a circondare lo stadio, il tracciato affianca la curva Fiesole e, rientrando su viale Fanti, incontra l'ingresso principale oltre che la fine del ventinovesimo chilometro. Subito dopo, sulla sinistra lo Stadio di atletica leggera Luigi Ridolfi, inaugurato nel 2001, che ospita anche la sede della società organizzatrice.
A questo punto il percorso è tornato in Largo Gennarelli e si incontrano i colleghi provenienti da via Campo d'Arrigo, prima d'infilarsi nell'angusta Via Frusa, che incrocia il grande Viale dei Mille prima di diventare Via San Gervasio. Qui si incontra la fine del trentesimo chilometro prima di svoltare bruscamente a destra in Via Volturno per rientrare in Viale Fanti, incrociando ancora altri colleghi che stanno imboccando la curva Fiesole.

Siamo arrivati ad un punto critico del nostro viaggio sportivo: quello che non a caso viene chiamato IL MURO del trentesimo chilometro.  Non credo di aver incontrato un vero e proprio muro nelle mie due precedenti esperienze, tuttavia dopo il trentesimo ho dovuto ridurre la velocità anche se non in modo drammatico. Spero che stavolta il tutto sarà più uniforme... ovviamente.

Probabilmente arrivati a questo punto si avrà una voglia matta di superare i successivi tre chilometri, che sono quelli che mancano per entrare finalmente in centro. Bisognerà mantenere la calma, perchè si potrà tendere a strafare. Si completa a questo punto l'intero perimetro del Campo di Marte percorrendo l'ultimo tratto di Viale Fanti, si svolta a sinistra in Viale Enrico Cialdini (altra via che ricorda un militare, come tante nella zona) incrociando ancora altri concorrenti che entrano in Viale Paoli (belli questi continui incroci!). Dopo poco si svolta a destra per imboccare un dirittone che ci porta a concludere il trentaduesimo chilometro: si percorre prima Viale Edmondo de Amicis, quindi si valica il Cavalcavia dell'Affrico sulla ferrovia (e subito dopo questa, sotto di noi l'inizio di Via Mannelli sette chilometri prima, con una parte del gruppo che si avvia al venticinquesimo chilometro), raggiungendo Piazza Leon Battista Alberti e infine Via Piagentina.
Di Leon Battista Alberti si può ricordare l'intervento in uno dei pochi capolavori di Firenze che il percorso non incrocia, la chiesa di Santa Maria Novella, di cui completò la facciata.

Da Via Piagentina si svolta a destra in Via Fra' Giovanni Angelico. Fra' Giovanni, detto il Beato Angelico, fu grande protagonista del quattrocento toscano; la sua più grande collezione è conservata a firenze, nel Museo nazionale di San Marco, nell'omonima piazza. Che troveremo tra un paio di chilometri.
A questo punto (fine del trentatreesimo chilometro) il tanto agognato centro storico sta di fronte a noi.


 Cominciamo a sgombrare la testa dalle immagini da cartolina e prepariamoci ad affrontare gli ultimi nove chilometri di un luogo vivo, con le sue bellezze, la sua gente... le sue buche!
Il tempo di attraversare per l'ultima volta i grandi viali, tramite Viale Duca degli Abruzzi e un piccolo tratto di Viale Giovine Italia e poi si attraversano idealmente le vecchie mura che non ci sono più, si osservano i più veloci uscire da Via Ghibellina e avviarsi all'arrivo (e chi vede i primissimi vuol dire che è andato veramente forte...) e si entra in Via dell'Agnolo, porta d'ingresso dell'ultima parte del nostro viaggio.

[continua...]

6 commenti:

  1. Eheh ne vale la pena anche solo per quelli che definisci "i paesaggi da cartolina". Ma, ecco, le buche no, quelle preferirei evitarle. Vabbeh, vista la mia inettitudine all'atletica mi lascerò guidare dai tuoi occhi :)

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  2. Bellissimo, grazie per questi post. So che li rileggerò ancora prima della gara e sò che scorderò tutto dopo il via!

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  3. Hey, ti credevo un runner del web e invece sei anche un corridore vero... Grandissimo. Felice di aver scoperto questo blog. Sublimi quei post là sotto contro il Sommaro Pontefice!

    p.s. mi sta facendo cilecca il procedimento per diventare sostenitore: mi accetta, ma solo senza volto. Sarà il solito casino di Blogger, speriamo temporaneo. Domani riprovo. Ciao! :D

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  4. Eallora Silas ti aspetto alla prossima puntata...

    Felice di vederti Zio, e grazie!
    A presto...

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  5. racconti bellissimi...cmq una parloina in piu' sulla difficolta' del cavalcavia dell'Affrico nn stonava... io facevo fatica a farlo col Ciao(col variatore eh!)....

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