martedì 16 novembre 2010

Viva la Stabilità... ancora un anno di un botto di milioni a Belpietro!

Una volta, nei tempi buissimi della politica cattocomunistoconsociativa, si chiamava Legge finanziaria. Oggi, al tempo dell'ammoore, si chiama Legge di Stabilità. Vuoi mettere la soddisfazione? in tempo di crisi, ti dà un senso di sicurezza... la sicurezza che tutto continua ad andare nel solito modo di merda.
Oh, ma non voglio fare il solito guastafeste che parla dei tagli di qua, di là, di su, di giù, che nulla speranza ci conforta mai, eccetera. Ché è da poco uscito il maxiemendamento che il testaquadra di Sondrio ha partorito per destabilizzare un po' gli effetti della legge, e rimpinguare un po' le casse esangui di tanti settori dello stato. Un po' di ottimismo, persilvio.
Allora, facciamoci guidare da chi certe cose le capisce, perchè a me mi vien l'ernia al cervello solo all'idea.
Diciamolo subito, 800 milioni in più per l'Università, 100 milioni per le borse di studio, 100 milioni in favore di imprese che affidano attività di ricerca e sviluppo a università o enti pubblici di ricerca sono una bella novità. Resta da capire dove sta l'inghippo.
Altre cose fanno tornare i piedi per terra.

Missioni di pace (articolo 1, comma 33). Arriva un ulteriore stanziamento di 750 milioni per la proroga della partecipazione italiana fino al 30 giugno 2011 alle missioni di pace internazionali.

Ooooooohhhhh se ne sentiva davvero la mancanza.








Fior da fiore.

Infine, un classico dell'umorismo.









In effetti mi stavo preoccupando. Con la disoccupazione a livelli di fondo scala, aggiungere alle liste Polito, Ferrara e altri Pulitzer ingiustamente mancati pareva troppo. E infatti “I soldi per il 2011 saranno circa gli stessi del 2010, tutto sommato circa 180 milioni di euro”, come dice soddisfatto il senatore del Pd Vincenzo Vita (andartene nel Grande Centro no eh?).
Per i farlocchi che anche a sinistra esaltano testaattriangolo Fini, notiamo che l'emendamento parte dall'iniziativa dei tre deputati finiani Moroni, Lopresti e Di Biagio, preoccupati della sopravvivenza delle 3000 copie (!) del Secolo d'Italia. Ma bando ai discorsi, e ancora una volta affidiamoci a chi se ne intende (e non prende parte all'asta dei finanziamenti pubblici, peraltro).
Veniamo ai vantaggi per il cittadino della reiterazione del megapizzo ai giornali.
Vuoi mettere togliere fondi pubblici alla sanità, alla scuola pubblica, alla ricerca per darli a "L'avanti", a "Buongiorno Campania", a "Nuovo corriere Bari sera" (nemmeno Bari tout-court, quasi un milione solo per la sera), "cavalli e corse", "motocross". Il sito del governo pubblica ogni anno il dettaglio dei contributi.
Qui ad esempio il dettaglio 2008, relativo all'anno 2007.
Ogni anno, Libero risulta il capolista.
Libero. Il direttore è questo qui.


Prima di lui c'era Feltri. No, anche la sua foto un ce la fo.
Oh, ci sono arrivato. Tutto 'sto cappello per sparare un po' su Libero. Che comunque vende, anche se sta precipitando.
Anzi, invece di sparare su Libero, faccio sparare Libero.
Ecco a cosa servono i fondi pubblici per l'editoria.
A finanziare gli Angelucci, e a permettere la sopravvivenza del giornalismo d'autore. Vedi il seguito, a ritroso nel tempo.




























Basta, che ho finito lo Zofran.

9 commenti:

  1. C'è molto da divertirsi leggendo questo tuo post specialmente per quanto riguarda la Legge di Stabilità.
    Tre perle mi hanno inorgoglito di essere governato
    così bene: i soldi per le missioni "di pace", per le scuole private e per i giornali.
    Ma 'sta gentaglia non potrebbe andare a stabilizzarsi in Ruanda?

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  2. Mon ami, ne hai avuta di resistenza prima di nominare lo Zofran, il potentissimo antivomito! A me, per pensarci, era bastata quella schifezza dei fondi alle scuole private (cioè alle scuole kattolike di kakka, le chiamassero almeno col loro nome) raddoppiati nella notte...
    Per non parlare della solita elemosina ai giornalistucoli, un bel 99% di servi, cagnolini, camerieri e prostitute (poco) intellettuali.
    italiA, vaffanculo.

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  3. hai proprio deciso di rovinare una giornata che già è piovosa eh?!

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  4. Il titolo su Baldoni è veramente... boh, non trovo la parola giusta. Me lo ricordo bene, ma rivederlo mi fa un brutto effetto. Berlusca se ne andrà, se ci va bene, fra pochi giorni ce lo leveremo di torno per sempre (se la sinistra non lo salva come al solito...). Il problema è che il berlusconismo (di cui sopra hai dato mirabili "outputs") rimarrà ancora per molto, molto tempo. E questo è veramente triste.

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  5. @quoto il mio omonimo e aggiungo che qui non ci siamo fatti neanche mancare la grandine

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  6. Posso dirti una cosa che risulterà impopolare? Secondo me i finanziamenti pubblici alla stampa sono sacrosanti. La stampa svolge un servizio fondamentale nel nostro Paese, e spesso è costretta a chiudere i bilanci in perdita, soprattutto per la scarsa appetibilità del mezzo cartaceo rispetto a quello televisivo. Poi, se mi dici che i criteri vanno razionalizzati, che non vanno ancorati alle simpatie di questo o quel parlamentare (perché è questo, e non il fatto stesso che esistano contributi per l'editoria, a far sì che in testa alla classifica vi sia Libero), siamo d'accordo. Ma, per cortesia, non dite che i contributi alla stampa non servono: permettono a quotidiani che per il loro taglio aggressivo non hanno appetibilità pubblicitaria - vedi il caso de Il manifesto, ma gli esempi sono tanti - di sopravvivere, di offrire una voce alternativa. E, credimi, in quest'Italietta non è un lusso a cui sono disposto a rinunciare.

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  7. @silas: non ho citato a caso quei giornali; erano casi di giornali o specializzati e quindi appetibili per la pubblicità di settore, e che comunque hanno le vendite garantite dagli appassionati, o giornali con un finanziamento talmente spropositato da risultare grottesco (vedi l'avanti, due milioni e mezzo). Il caso del manifesto, e altri ancora più eclatanti come quello di Carta sono tutta un'altra cosa. E più di tutti avevo in mente l'esempio di Libero, che per sopravvivere di finanziamento non ha e non avrà bisogno, è solo un bonus dato per chissà quale edificante motivo.

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  8. Sì, sono d'accordo. La verità è che bisognerebbe condizionare la concessione di contributi all'inesistenza di utili e all'incidenza del budget pubblicitario nelle entrate (ovviamente in maniera inversamente proporzionale).

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  9. ahhhhhhhhhhhhhhhhhh
    una carrellata allucinante!
    un saluto

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