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venerdì 19 novembre 2010

Ke pello ezzere papi. Discreto essere Tarcisibertoni.

No, non quel papi. Kuell'altro.












Ed eccolo qui, l'invidiante e favolerrimo MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AI PARTECIPANTI ALLA XXV CONFERENZA INTERNAZIONALE PROMOSSA DAL PONTIFICIO CONSIGLIO PER GLI OPERATORI SANITARI (PER LA PASTORALE DELLA SALUTE)
Innanzitutto, IO sono un operatore sanitario. Che è 'sto PONTIFICIO CONSIGLIO? ma chi t'ha chiesto nulla? un consiglio DA TE? baruch ics vu i? non scherziamo.
Legge: l'amministratore delegato, ing. Tarcisio Bertone.
Al Venerato Fratello (anche un po' Prostatico)
Zygmunt Zimowski (aaaaahhhh è polacco)

Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari
(complimenti per la divisa sobria; proporrò alla mia azienda ospedaliera)

 



Con gioia desidero far giungere il mio cordiale saluto ai partecipanti alla XXV Conferenza Internazionale,  (mi tocco per loro)
che bene si inserisce nell’anno celebrativo dei 25 anni dalla istituzione del Dicastero, ed offre un motivo ulteriore per ringraziare Dio di questo prezioso strumento per l’apostolato della misericordia.  (uhm. Stavolta il TSO lo strappiamo. Forse.)
Un pensiero riconoscente verso tutti coloro che si adoperano, nei vari settori della pastorale della salute, per vivere quella diaconia della carità, che è centrale nella missione della Chiesa.  (questo è un messaggio per i templari. Per i rosa-croce. Per Gog e Magog. Per Califano. Non può parlare di cose reali)
In questo senso, mi è grato ricordare i Cardinali Fiorenzo Angelini e Javier Lozano Barragán, che hanno guidato in questi 25 anni il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari e rivolgere un particolare saluto all’attuale Presidente del Dicastero, l’Arcivescovo Zygmunt Zimowski, come pure al Segretario, al Sotto-Segretario, agli Officiali, ai collaboratori, ai relatori del Convegno e a tutti i presenti. (hai scordato Marcinkus e Padre Buozzi)
Il tema da voi scelto quest’anno "Caritas in veritate". Per una cura della salute equa ed umana" riveste un interesse particolare per la comunità cristiana, in cui è centrale la cura per l’essere uomo, per la sua dignità trascendente e per i suoi diritti inalienabili. (Sì. Se ti chiami Woytila)
La salute è un bene prezioso per la persona e la collettività da promuovere, conservare e tutelare, dedicando mezzi, risorse ed energie necessarie affinché più persone possano usufruirne (tipo tutte?).
Purtroppo, ancora oggi permane il problema di molte popolazioni del mondo che non hanno accesso alle risorse necessarie per soddisfare i bisogni fondamentali, in modo particolare per quanto riguarda la salute. È necessario operare con maggiore impegno a tutti i livelli affinché il diritto alla salute sia reso effettivo, favorendo l’accesso alle cure sanitarie primarie. Nella nostra epoca si assiste da una parte ad un’attenzione alla salute che rischia di trasformarsi in consumismo farmacologico, medico e chirurgico, diventando quasi un culto per il corpo, e dall’altra parte, alla difficoltà di milioni di persone ad accedere a condizioni di sussistenza minimali e a farmaci indispensabili per curarsi. (viaaaa.... ti vien male fare discorsi impostati. Passiamo a un po' di anatemi)
Anche nel campo della salute, parte integrante dell’esistenza di ciascuno e del bene comune, è importante instaurare una vera giustizia distributiva che garantisca a tutti, sulla base dei bisogni oggettivi, cure adeguate. Di conseguenza, il mondo della salute non può sottrarsi alle regole morali che devono governarlo affinché non diventi disumano. (anche un po' di temperanza associativa non la vedrei male. Comunque ci siamo quasi... le regole morali sono entrate in campo. Cordialità sugli spalti)
Come ho sottolineato nell’Enciclica Caritas in veritate, la Dottrina Sociale della Chiesa ha sempre evidenziato l’importanza della giustizia distributiva e della giustizia sociale nei vari settori delle relazioni umane (n. 35). (ariborda)
Si promuove la giustizia quando si accoglie la vita dell’altro e ci si assume la responsabilità per lui, rispondendo alle sue attese, (aaaaahhhh! responsabilità PER lui? CON lui casomai. Il solito paternalismo da due  spiccioli. Vorrei conoscere i cosiddetti operatori sanitari che l'ascoltano, e magari non si càano in mano per prenderlo a schiaffi) perché in lui si coglie il volto stesso del Figlio di Dio, che per noi si è fatto uomo. (ma... ma... ma alloooooraa mi v-v-vuoi di-di-struggggereee)
L’immagine divina impressa nel nostro fratello fonda l’altissima dignità di ogni persona e suscita in ciascuno l’esigenza del rispetto, della cura e del servizio. (no. L' UMANITA' del nostro fratello lo rende destinatario di cura e assistenza a prescindere da condizione sociale, nazionalità, etnia, sesso, religione. Anche te e il rag. Tarcisio. SERVIZIO???!! Aaaaaaarrrggghhhh)
Il legame fra giustizia e carità, in prospettiva cristiana, è molto stretto: "La carità eccede la giustizia, perché amare è donare, offrire del «mio» all’altro; ma non è mai senza la giustizia, la quale induce a dare all’altro ciò che è «suo», ciò che gli spetta in ragione del suo essere e del suo operare [...] Chi ama con carità gli altri è anzitutto giusto verso di loro. Non solo la giustizia non è estranea alla carità, non solo non è una via alternativa o parallela alla carità: la giustizia è ‘inseparabile dalla carità’, intrinseca ad essa. La giustizia è la prima via della carità". (il solito vomitevole paternalismo, passiamo oltre)
In questo senso, con espressione sintetica e incisiva, Sant’Agostino insegnava che "la giustizia consiste nell’aiutare i poveri". (no. La giustizia consiste nel far sì che i poveri abbiano opportunità di crescita, che siano individui o paesi. Sennò perpetui l'esistente. E sei un vomitevole paternalista)
Chinarsi come il Buon Samaritano (occhio a chinarsi, specie se minori) verso l’uomo ferito abbandonato sul ciglio della strada è adempiere quella "giustizia più grande" che Gesù chiede ai suoi discepoli e attua nella sua vita, perché l’adempimento della Legge è l’amore. La comunità cristiana, seguendo le orme del suo Signore, ha adempiuto il mandato di andare nel mondo a "insegnare e curare gli infermi" e nei secoli "ha fortemente avvertito il servizio ai malati e sofferenti come parte integrante della sua missione" (Giovanni Paolo II, Motu Proprio Dolentium Hominum, 1), di testimoniare la salvezza integrale, che è salute dell’anima e del corpo. (sì, vabbè. Ma quelle regole morali di prima? non puoi frenarmi così)
Il Popolo di Dio pellegrinante per i sentieri tortuosi della storia (questa nemmeno la Tamaro. Ti facevo meno insopportabilmente banale) unisce i suoi sforzi a quelli di tanti altri uomini e donne di buona volontà per dare un volto davvero umano ai sistemi sanitari. (ecco. Magari lasciaci penza' chi se ne intende, eh? te ragiona di berretti e pantofole.)
La giustizia sanitaria deve essere fra le priorità nell’agenda dei Governi e delle Istituzioni internazionali. (grazie, senza di te...)

Purtroppo, accanto a risultati positivi e incoraggianti, vi sono opinioni e linee di pensiero che la feriscono: mi riferisco a questioni come quelle connesse con la cosiddetta "salute riproduttiva", con il ricorso a tecniche artificiali di procreazione comportanti distruzione di embrioni, o con l’eutanasia legalizzata. (Oooooooohhhh eccoci! "salute riproduttiva" la cosìddici solo te. Legalizzata? dove? quando? che t'ha fatto l'Olanda?)
L’amore alla giustizia, (sic) la tutela della vita dal suo concepimento (ora ti riconosco!!) al termine naturale (tipo per Welby, sì) il rispetto della dignità di ogni essere umano, vanno sostenuti e testimoniati, anche controcorrente; (oh, son bòno anch'io ad andar controcorrente (?) con lo IOR, mezzo patrimonio immobiliare italiano e tutti i lacchè nel governo e in parlamento) i valori etici fondamentali sono patrimonio comune della moralità universale e base della convivenza democratica. (oh, tutto 'sto pappié e poi l'ha detto. E chi li stabilisce i valori fondamentali ecc comune ecc universale ecccccc, TE? Nonononono. Mompracem vivrà)
Occorre lo sforzo congiunto di tutti, ma occorre anche e soprattutto una profonda conversione dello sguardo interiore. (t'aizzo contro Battiato, eh?)Solo se si guarda al mondo con lo sguardo del Creatore (son cieco dalla nascita) che è sguardo d’amore, l’umanità imparerà a stare sulla terra nella pace e nella giustizia, destinando con equità la terra e le sue risorse al bene di ogni uomo e di ogni donna. Per questo, "auspico […] l’adozione di un modello di sviluppo fondato sulla centralità dell’essere umano, sulla promozione e condivisione del bene comune, sulla responsabilità, (uffa, è tornata la Tamaro) sulla consapevolezza del necessario cambiamento degli stili di vita (vai avanti te, vai) e sulla prudenza, virtù che indica gli atti da compiere oggi, in previsione di ciò che può accadere domani". (qui son d'accordo. Non puoi strafogarti di mousse di activia, cetrioli e creme caramel, se non vuoi càare a spruzzo l'indomani) Ai Fratelli e Sorelle sofferenti esprimo la mia vicinanza (scànsati, vai) e l’appello a vivere anche la malattia come occasione di grazia per crescere spiritualmente e partecipare alle sofferenze di Cristo per il bene del mondo, (chi l'ha in culo ce lo tenga, insomma) e a voi tutti impegnati nel vasto campo della salute il mio incoraggiamento per il vostro prezioso servizio. (l'ha ridettooooooo! bastaaaaaaaaaa) Nel chiedere la materna protezione della Vergine Maria, Salus infirmorum, imparto (sic!!) di cuore la Benedizione Apostolica che estendo anche alle vostre famiglie. (se mi portano in questura, le impronte digitali me le faccio rilevare sullo scroto).



Senza offesa.

E senza offesa per Roger e compagni per il bieco accostamento. Per rimediare anticipo Bring the boys back home, che è in tema. :)

mercoledì 17 novembre 2010

hey you

Mancano 11 giorni alla Maratona di Firenze.
Nel viaggio di avvicinamento oggi tocca a uno dei pezzi più belli dei Pink Floyd, paradigma del muro che ci costruiamo coi nostri simili.
Da brividi.




Hey you,
Out there in the cold,
Getting lonely, getting old,
Can you feel me?


Hey you,
Standing in the aisle,
With itchy feet and fading smile,
Can you feel me?


Hey you,
Don't help them to bury the light.
Don't give in, without a fight.


Hey you,
Out there on your own,
Sitting naked by the phone,
Would you touch me?



Hey you,
With your ear against the wall,
Waiting for someone to call out,
Would you touch me?


Hey you,
Would you help me to carry the stone?
Open your heart, I'm coming home.

But it was only fantasy.
The wall was too high, as you can see.
No matter how he tried, he could not break free.
And the worms ate into his brain.


Hey you,
Out there on the road,
Always doing what you're told,
Can you help me?


Hey you,
Out there beyond the wall,
Breaking bottles in the hall,
Can you help me?


Hey you,
Don't tell me there's no hope at all.
Together we stand, divided we fall.

domenica 7 novembre 2010

E anche il lungo più lungo è andato

Correvano i -21 giorni alla Maratona di Firenze, e come da tabella va in scena il temutissimo e orrifico lungopiùlungo.
36 i chilometri previsti, pianeggianti e possibilmente senza traffico, e dove meglio che alle Cascine si può trovare tutto ciò? il prezzo da pagare è la monotonia del percorso, pazienza.
La novità è che finalmente riesco a partire all'ora giusta, quella dell'orario previsto per la partenza della gara. Non è poco per uno che fino a ora aveva fatto tutti i lunghi di pomeriggio e l'unico programmato di mattina aveva iniziato a correre a mezzogiorno.
La situazione al parco è affollata già alle 9 del mattino, sembra quasi un raduno pre-gara, d'altra parte chi vuol correre il 28 novembre è quasi obbligato a fare 35-37 chilometri oggi.
Incrocio diversi compagni di squadra e diversi altri personaggi fissi delle gare della domenica e non. Ma anche tanta altra umanità della più varia in tutte le combinazioni, in tutte le tenute possibili, in tutti gli stati di forma possibili.
La corsa è bella anche per questo.
Strategia: partire tranquillo facendo 6 km sui 4'30", poi 24 km il più possibile regolari sui 4'20-4'22", e gli ultimi 6 provare ad aumentare un pochino.































Come sempre la perfezione non si può avere, e quindi neanche la regolarità perfetta. L'importante è aver chiuso (oltre che non sulle ginocchia, anche se molto, molto stanco) con la media giusta, 4'21"/km, quella auspicata era ritmo gara + 7". Siccome da questo lungo dovrebbe dedursi il ritmo gara, se ne deduce che questo potrebbe ragionevolmente essere 4'14"/km, che dà una proiezione di poco inferiore alle 2 ore e 59 minuti.
Figo.  :)
Ora, una mancanza la devo confessare. Al km 33 mi sono fermato pochi secondi per bere, e ho avuto la sciagurata idea di stoppare il gps. Forse perchè s'era bagnato, ma non ripartiva. Son ripartito a corsetta, e ci ho messo circa 3 minuti per fargli intendere ragione. Gli ultimi 3 km e oltre li ho fatti quindi appena appena più fresco... ma ho fatto anche qualche centinaio di metri in più, via. D'ora in poi non lo stoppo più, se si alza la media pazienza, in gara mica mi stoppano il tempo se mi fermo.
Mi rimane il dubbio su cosa fare domenica prossima. Albanesi consiglia un bigiornaliero, con 21 km al mattino e 21 al pomeriggio con pranzo ipoglicidico, ma secondo me si droga peso, o 35 km con variazioni, ma secondo me beve a boccia. Penso che non salirò sopra ai 30 km, in un'unica seduta.

Il pezzo di oggi è di buon auspicio, almeno nel titolo.

sabato 6 novembre 2010

Se per ogni abbaglio avessi mille lire...

Non resisto: ogni giorno DEVO collegarmi alla versione online de "Il Giornale" e vedermi proposta la Weltanschaung di un porro, di un Feltri, di un Sallusti. E' più forte di me. E tutto ciò - pensate - gratis!
Certo, in questo modo ci si perdono altre primizie destinate agli scialacquatori che acquistano Il Geniale in edicola.
ma anche così lo spettacolo è assicurato.
Perchè - facile fare la prova - non passa giorno senza che il trio di cavalieri dell'Apocalisse e i loro collaboratori non facciano scivoloni, prendano abbagli o distorcano notizie. (e diciamolo, quest'ultima è la modalità prevalente...)

Guerra, Pestilenza e Carestia in conferenza stampa



















Prendiamo ad esempio la Homepage consultabile in questo momento (ma andrebbe bene ugualmente quella di ierlaltro alle 16.09, o altre in altri contesti spaziotemporali). Tralasciamo l'ennesima puntata sulla casa di Montecarlo, il caso Scazzi, il pacchetto sicurezza con le nuove norme spacciate per oro colato e come già efficaci (ma è un disegno di legge, si vedrà).
Tralasciamo anche le sicurezze sul "wi-fi liberalizzato". In realtà non c'è alcuna sicurezza e c'è poco da esultare, come ben ci spiega Guido Scorza sul suo blog sul Fatto Quotidiano online.
Spostiamoci di lato, dove si ha la prova che il grande giornalista sviluppa doti da veggente, oltre a una coda di paglia spropositata, essendo così in grado di conoscere alla perfezione i contenuti delle trasmissioni televisive future (la trasmissione di Fazio, con Saviano, andrà in onda lunedì sera).






 
In fondo, la chicca. Dopo che il capo l'ha pestata fino alle rotule, il quotidiano di famiglia cerca di trovargli compagni di viaggio al grido di "tutti viscidi discriminatori, nessun viscido discriminatore".
E chi meglio di Antonio Di Pietro per far compagnia al buon satràpo brianzolo?
Di Pietro che tra l'altro, era stato non a caso tra i primi e più decisi "critici" dell'iPod Nano anche in questa occasione.
Ecco il titolo del Gio-Orinale:







E' quasi superfluo dirlo, ma Di Pietro non disse affatto così. Questa la frase esatta, pronunciata due anni fa quando gli chiedevano un commento sui gay che lo apprezzavano:
'Non ho mai ricevuto avance da un gay. Io sono un tombeur de femmes non un tombeur d'hommes. Ci tengo a precisare che per me gli omosessuali sono diversi solo sotto l'aspetto dei desideri sessuali, per il resto sono uguali a tutti gli altri. Comunque l'attestato di stima non puo' che farmi piacere".
Suona un po' diverso, no? non è certo in questo modo che si è espresso Berlusconi, che faceva confronti con l'"essere gay", non sui propri e altrui gusti sessuali.
Bene, non vedo l'ora di leggere altre primizie. Domani, su http://www.ilgiornale.it/

Ora, musica.

giovedì 28 ottobre 2010

Mentre Dobbiamo Pupparci gigidalessi, tizianiferri, marchimengoni E Altre Amenità, Che Godono Tra L'Altro Di Ottima Salute....

.... DOMANI 29 ottobre avrebbe compiuto SESSANT'ANNI RINO GAETANO.

Oggi, 29 anni dopo la sua morte, alla musica italiana (cosiddetta) è rimasto QUESTO  vuoto incolmabile.
Ma anche QUESTO.
E QUESTI.  (OCCHIO... guardarli insieme è peggio che guardare La Russa con gli occhiali da strabici).
E in precedenza, finanche QUESTO.

"Muor giovane chi è caro agli dèi" - Menandro