Ci si potrà chiedere cosa c'entra questa copertina con questo post.
Beh, mica è facile trovare qualcosa da dire sul ridente (ma che c...o ciavrà da ride') paesone di Scandicci alle porte di Firenze, che esuli dalla triste (e trista) mitologia di "Cicci, il mostro di Scandicci" che tanto ha tormentato l'infanzia di quelli della mia età, nei primi anni '80, ispirando filastrocche, canzoncine paurose, sfottò crudeli.
Meglio parlare di letteratura, per introdurre la fantastica (per me) gara di ieri.
Perchè, sapevatelo (io l'ho scoperto per caso), proprio a Scandicci David Herbert Lawrence trovò l'ispirazione per scrivere, dal 1925 al 1928, il suddetto capolavoro. Mi chiedevo cosa ci potesse trovare d'ispirevole in un posto così, che tra l'altro era a quei tempi uno dei posti più fascisti di questa parte della galassia, prima di scoprire che in realtà il Lawrence abitava nella splendida collina di Mosciano che domina il paese. Ah, ecco.
La trama dell'opera: una talentuosa attrice molto drammatica (Chatterley è il nome d'arte, all'anagrafe fa Bartolini) sposa un ricchissimo cialtrone mitomane e tossicodipendente, con l'abitudine di farsi da solo. Stanca delle feste continue a base di minorenni e dittatori assortiti e della servitù di glabri ex-sindaci comunisti ed ex(?)-picchiatori, diviene l'amante di un filosofo del nulla che diverrà sindaco barbuto di un posto pieno d'acqua, ritirandosi in una vita governata dalla sensualità e dall'appagamento sessuale.
Boh, mi pare fosse così, l'ho letto un po' di anni fa.
Ma veniamo alla gara.
Mezza maratona città di Scandicci, un classico del calendario toscano.
Fino all'anno scorso era uno dei pochi percorsi mossi tra le mezze in calendario, quest'anno c'era un nuovo percorso molto più scorrevole interamente in paese, due giri francamente bruttini, ma per com'è andata va bene così.
Come al solito dormo poco e male, ci faccio appena caso ormai.
La giornata è ideale: dieci gradi alla partenza, cielo coperto, neanche una bava di vento.
La partenza è in piazza Matteotti, di fianco al Monumento ai Caduti della Resistenza di Scandicci (che io DEVO sempre citare, di questi tempi è doveroso).
Che dire della gara?
Due cose: che ho corso proprio bene, e che è stata una grande emozione, perché l'ho fatta proprio come volevo.
Il risultato: 1ora 21' e 24", media 3' 51".
Fa un grande miglioramento (1'50" circa), fa la convinzione di aver fatto una buona scelta a puntare sulle mezze maratone nella prima metà dell'anno, pur col rammarico di rinunciare ad andare a Roma fra un mese. Fa inoltre la possibilità, non solo la speranza, di poter attaccare il muro dell'ora e 20 minuti, che sembrava lontanissimo solo poco tempo fa.
Anche se la partenza è stata troppo veloce (eh, mi son fatto trascina') il ritmo è stato sempre regolare, la concentrazione massima (di distrazioni ce n'erano poche, del resto). L'unico piccolo rammarico è stato non riuscire a cambiare decisamente nel finale (tanto che il mio compagno di squadra Bernardo, giovane virgulto che arriva dalla pista e che mi ha raggiunto al diciannovesimo, mi ha dato quasi 30 secondi in 2 chilometri...) ma sono dettagli da affinare in futuro.
La classifica: degli 815 iscritti, concludo 51°, 43° di categoria. Ma questo conta davvero poco.
Il video seguente un c'entra una cippa, se non nella simbologia del fiore di loto (che produce simultaneamente il fiore e il frutto, cioè l'effetto si produce nel momento stesso in cui si pone la causa. E poi è così bella l'idea di un fiore che cresce in uno stagno melmoso, suggerisce qualcosa d'importante sul qui e ora).
Ma questi signori son talmente geniali che voglio godermeli in questo momento di... chiamiamola overdose endorfinica, va'.