lunedì 10 gennaio 2011

LA CLESSIDRA DIPINTA. Racconto veridico

Il TEMPO è una brutta bestia.
Mi piacerebbe affrontare sempre ogni momento come dico spesso, come un magazzino di infinite possibilità. Qualche volta però il momento presente diviene una sorta di involucro che ti cristallizza la vita.
E quando questo va inteso in senso letterale... beh, ci vuole TEMPO per metabolizzare l'esperienza. Ora che è passato un mese e mezzo posso finalmente analizzare quello che è successo.
Era il 23 novembre. Giorno di ripetute in salita, il che per me vuol dire passare un bel foglio di carta vetrata sui gioielli di famiglia, per poi intonacarli a freddo. Ognuno ha i suoi allenamenti che affronta con malcelata ostilità, diciamo. Non so perché decisi di farlo la sera, probabilmente per non trovare auto sulla stradina che uso di solito per questo tipo di allenamenti, che torna comoda perché è ben illuminata. 
Verso le 21 mi preparai ad uscire, ma prima controllai gli ultimi aggiornamenti della blogosfera. In particolare mi lessi questo post. Un'immagine interessante, tratteggiata in modo elegante come al solito.
- Il presente! - lo dissi ad alta voce, anche se ero da solo - è l'unico momento che conta, ci scriviamo il futuro. Commenterò dopo. Uhm,immobilizzami lì...
Già, dopo. Non potevo certo comprendere l'assurdità di questa parola, in quel momento! Ma andiamo per ordine, che non è temporale ma... non lo so più. Pronunciate quelle parole, mi alzo rapido, e i miei occhi si trovano per un attimo a pochi centimetri da una Drosophila immobile nell'aria. Immobile? Mi soffermo a guardare il moscerino da più distante. Sì, sembra proprio fermo. Beh, affaracci sua, penso con un gesto di stizza, mentre l'orologio sul desktop del PC mi rende noto che sono le 21.07 e che come al solito sto sprecando TEMPO. 
Scendo le scale alla svelta. Ma è sempre stata così debole la luce qui? dovrò parlarne con i vicini, forse una lampada in più non guasterebbe.
Sono in strada. C'è qualcosa di strano, non so spiegarmelo. Ecco, s'è placata del tutto la tramontana che soffiava nel pomeriggio, ma anche questo, no, non rende l'idea, non descrive adeguatamente l'immobilità assoluta dell'aria. E c'è dell'altro. Il silenzio. Quando si usano figure retoriche come silenzio assordante, beh, no, ancora non ci si avvicina a descrivere quello che si prova ad essere in città, sia pure in periferia, e sperimentare l'assoluta assenza di rumore, a parte il proprio respiro che diventa, quello sì, assordante e ti devasta il cervello. Più avanti nella strada, l'unica forma di vita visibile, un uomo chino sul cofano aperto della propria auto, sta evidentemente cercando l'origine di un guasto, e dev'essere molto concentrato perché non gli vedo fare un movimento per diversi... per un po', ecco. 
Mi scuoto. Aziono il GPS e inizio a correre in direzione dell'uomo che subito alza un braccio per richiudere il cofano. Bene. Nel percorso di 3 chilometri su strade secondarie che mi separa dal mio "campo di allenamento" serale ho il modo di convincermi di aver avuto un momento di sbandamento. L'aria si muove, i consueti rumori della città in lontananza non sono fastidiosi come al solito; incontro una sola auto, una classe A rossa sulla curva di Via della Quiete che viaggia in direzione opposta alla mia.
Il sollievo sarà momentaneo.
Stoppo il GPS sulla "linea di partenza" per le ripetute. Mentre programmo l'attrezzo per l'allenamento (10 serie di 100 m con recupero di 2 minuti e mezzo) suderei freddo, se la totale, irreale immobilità dell'aria me lo permettesse. La mano destra trema mentre agisce sul dispositivo.
Parto immediatamente per la prima ripetuta per non pensare. Evito un gatto, bianco con macchie grigie sulla schiena, che mi taglia la strada dopo pochi metri. Ancora una volta azionare il GPS mi restituisce l'attrito consueto dell'aria. Torno giù a passo, sento l'aria lambirmi la faccia e i rumori della non distante Sesto Fiorentino ma è tutto come ovattato, rallentato, sono come immerso in un ambiente intorpidito. Seconda ripetuta. Di nuovo il gatto. Lo stesso, nello stesso punto (il budello di su' ma' cane, penso, mi mancava lui). Mi taglierà la strada in tutte e 10 le serie, e non tardo a capire che non è solo lo stesso dispettoso felino, è proprio la stessa scena sempre identica a se stessa, compare a testa bassa, da destra a sinistra, a passi rapidi, e si ferma altrettanto rapidamente sul ciglio opposto, voltandosi a guardarmi.
E il gatto non è l'unico elemento che si ripete ciclicamente lungo le serie. Non sto qui a descrivere l'orrore crescente con cui durante le serie capisco che una splendida luna piena esce fuori da una nuvola durante le ripetute, e vi si ricaccia dietro durante i recuperi. Solo che in andata la nuvola si muove velocemente da sud verso nord, mentre in ritorno si muove molto più lentamente da nord verso sud. E che io sia dannato se non è ogni volta la stessa fottuta identica medesima nuvola, e ora qualcuno mi spieghi come può una nuvola mantenersi assolutamente identica in forma e dimensioni per un tempo di... oh maledizione!
Fine del decimo recupero. La musichetta che dal GPS me lo segnala è una gragnuola di pugni nello stomaco che pervade un silenzio di nuovo abissale. Mi affretto a ripartire e a riavviare il GPS, ma non è finita. C'è qualcosa disbagliato intorno a me mentre corro verso casa facendo lo stesso percorso dell'andata. I rumori hanno tonalità stridule mai sentite, e l'aria... non fa attrito, è come se mi risucchiasse via, non so spiegarmi meglio. Ma non dovrei sorprendermi, come invece faccio, quando vedo alla medesima curva la classe A rossa venire verso di me IN RETROMARCIA. Ma la luce posteriore bianca è spenta. (certo, può essere bruciata la lampadina. O anche no)
Sono a casa. Faccio le scale al buio. In casa accendo la luce... diciamo che premo l'interruttore. Li premo tutti. Ma non le chiamo luci quei barlumi che "si accendono". Mi sposto fra le stanze accompagnato dal mio respiro che mi martella le tempie. Il frigo, il congelatore. I motori fermi o meglio inceppati, la temperatura interna indefinibile, tocco il ghiaccio nel freezer e le dita non sentono il freddo, è come un pezzo di polistirolo. Apro il rubinetto del lavandino ed esce un filo di fluido che non è l'acqua che conosciamo, non scorre, è come quando rovesci l'ultimo millilitro di olio di vasellina del flacone.
Questa casa è morta, penso sgomento mentre entro in bagno. Provo ad azionare lo scarico. Cilecca. Senza il minimo rumore.
Non è morta. E' FERMA.
Mi siedo alla scrivania, di fronte al PC. Ehi, ora che ci penso l'ho lasciato acceso prima. Tocco il topo e... meraviglia. Mi appoggio esausto alla sedia anatomica, l'immagine che ho di fronte mi pervade tutta la vita che mi sento rifiorire dentro. Funziona! Ma l'immagine del desktop, la stessa disempre, è quantomai ironica... quei due campioni, da sessant'anni ormai nel nostro immaginario immobilizzati lì, nella strettoia, visto che non è dato sapere cosa stesse sopra e sotto, chi abbia dato il via a quello splendido divenire.
Sto seduto lì davanti ormai da... oh, sto seduto lì davanti. La Drosophila è immobile a dieci centimetri dalla mia testa. Sotto le ruote di Coppi, l'orologio segna le 21.07. Come può essere altrimenti?
Devo fare qualcosa. Clicco freneticamente e a caso, nessun sito funziona. Pagine bianche. Ho un'idea. C'è qualcosa che non può non funzionare. E infatti,  scarico i dati del GPS... e come in trance li guardo e ripercorro il teatro dell'assurdo che ho vissuto, e gatti e lune e nuvole mi annebbiano la vista, e numeri inconcepibili minacciano di impadronirsi della mia già provata ragione, perché sì, il TEMPO mentre è fermo può allo stesso TEMPO scorrere nelle due direzioni, e con velocità diverse.
C'è da impazzirci. Ma impazzire non risolve il problema fondamentale: come ne esco? Disperato, tento vanamente di aprire altre pagine, finché - oh, tempora! - trovo un link che funziona.
QUESTO.
Ma certo. Come ho potuto non pensarci? Rileggo il testo, e all'improvviso capisco. Ci sono cinque commenti. Ora so cosa fare, con cognizione di causa. Il mio sarà il sesto. Lo scrivo freneticamente, usando quasi le stesse parole che avevo pronunciato... quando?
La mia mano trema quando clicco su "posta commento", ma infine il commento appare, e... beh, devo sbattere le palpebre perché il moscerino ha una gran voglia di infilarsi nel mio occhio destro. Lo guardo dirigersi verso la più vicina lampada a risparmio energetico, la cui luce si fa piano piano più intensa. Lo scarico scarica, i motori tornano a farsi sentire, l'acqua che scorre è una melodia celestiale. Pochi SECONDI, e l'orologio segna le 21.08. La vita riprende.
Ho pensato continuamente a quello che successe. Mille volte ho riletto quei dati assurdi, quei due minuti e mezzo che diventano 21 secondi al contrario.Più volte son tornato su quella stradina a cercare il gatto. Volevo chiedere agli abitanti delle case vicine, ma ci ho rinunciato. In fondo, lui non s'è certo accorto di niente. Mille domande e mille dubbi ancora mi attanagliano.
Di una cosa però son certo, certissimo. Ogni volta che leggerò qualcosa qui, commenterò immediatamente. E in silenzio, potete giurarci.


Un grazie a Luce, che in realtà leggo e commento perché vale sempre la pena.

24 commenti:

  1. osho direbbe: Il tempo è una necessità della mente infelice.
    se sei felice, il tempo non esiste piu' scompare.... hum, più facile camminare sull'acqua!

    vedo dai tuoi link che sempre più gente si guarda dentro... ;)

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  2. Racconto deliziosamente inquietante... il "magazzino di infinite possibilità" di cui parli all'inizio mi ha fatto tornare in mente una mia vecchia (e scarsa) battuta:
    "Ero aperto a tutte le impossibilità. Per questo non combinavo mai un cazzo".
    Alla prossima, mon ami!

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  3. eh eh ha ragione lo zio! Sulle ripetute in salita ho sudato al computer :)

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  4. Un vero incubo stile Hitchcock in "Ai confini della realtà" serie televisiva degli anni sessanta rigorosamente in bianco e nero che nella loro semplicità argomentava situazioni paradossali e molto inquietanti.
    Se ben ricordo c'era un telefilm che parlava proprio del tempo immobile.
    La firma del regista era caratterizzata dalla sua sagoma vista di lato con la sua pancia prominente e la musica che ancor oggi ricordo molto bene.

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  5. http://www.youtube.com/watch?v=Dj15EGFWgXA&feature=related

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  6. SEcondo me quel gatto è comunista.

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  7. Ma che belle riflessioni in corsa… fermare il tempo in quei momenti di allenamento, no grazie! :)

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  8. La Luce magica. Bel racconto sospeso nello spazio e nel tempo.

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  9. Stefano.. che ti dico? è bellissimo il racconto. Bello e inquietante ciò che è successo. In realtà penso continuamente che il presente ci sfugge perchè noi gli diamo un limite. E dei limiti (si sarà capito?) io ho un po' paura.
    Grazie. Anche di passare così spesso.

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  10. Senza offesa, ma un po' mi spaventi ...come quando leggo U. Eco ... diciamo che proverò ad applicarmi di + ..e non solo in corsa ...(dove tra le altre cose ti arrivo dietro).

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  11. @yogi: allora quando mollerò il GPS sarò felice! funziona così?

    @zio: inquietante sì... e pensa quanti dicono che vorrebbero fermare il tempo!

    @Ernest: eh, a volte si suda meno per strada. Specie se l'aria è FERMA. BRRRRRRRRRRRR

    @Marisa, l'accostamento è decisamente eccessivo!! ho visto (a posteriori) diversi episodi di ai confini della realtà, ma non ricordo quello col tempo fermo. Proverò a cercare, mi hai messo curiosità.

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  12. @inneres: no, è del PD. Ripetitivo.

    @petrolio: già, specie quando per far passare 20 secondi ti ci vuole dieci volte tanto. NO grazie!

    Karim&Janco, ma che navigate a coppiola come i carabinieri?
    Grazie e, Janco, se ti applichi di più inizio a spaventarmi.

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  13. @Alli: già, magica. Tutto 'sto pappié originato da dieci righe di post. Ah, il dono della sintesi!

    @PatèdiLuce: grazie! e hai ragione ci diamo continuamente dei limiti. Penso anche che i limiti stiano nell'occupare il presente col rimpiangere o maledire o ruminare continuamente sul passato, e col fantasticare sul futuro.

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  14. 2011 odissea nel... tempo: GPS come HAL?

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  15. Oltre al fatto di non aver capito molto - colpa mia sia chiaro - non è che per caso alle 21.07 mentre eri davanti al PC è andata via la corrente, nell'attesa ti sei addormentato e hai sognato risalite, GPS, gatto bianco, nuvola di Fantozzi e tutto il resto?

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  16. Io ero l'UOMO chino sul cofano..
    Posso confermare che sei passato :)

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  17. Sarò ripetitivo ma a me piace tanto:
    Ieri è passato, domani è futuro, ma oggi è un dono, ecco perchè si chiama presente!

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  18. Non posso assentarmi che scrivi queste belle cose?! Fortuna che sono tornata... :) Un salutone

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  19. Bello!
    Anch'io, lo voglio anch'io un neutralizzatore del tempo.

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  20. @Angie: no, io GPS non lo SUICIDO. Al massimo omicidio colposo attaccandolo all'alimentatore ancora bagnato (successo) o nella birra come al cell. (pure)

    @Aldo: ci stai dietro ai sogni ultimamente! no era TUTTO VERERRIMO, potesse abbassassi Prugnetta!

    @Greis: in effetti quell'UOMO era molto SèSSI... :D

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  21. @Master: son d'accordo ma non è un buon motivo per rimanerci incastrati (pensa succedesse a te in un triathlon... brrrrrrrrr)

    @Sarah-Mara: infatti aspettavo tu tornassi per postarlo (mammamia che bellafìa che sono) :D

    @Silas: Grazie, ma non te lo consiglio. Sto cercando di organizzare un neutralizzatore di spazio, ti farò sapere. (uhm, però...)

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  22. Sarò anche di poche parole ma, una basta: bel racconto ☺

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