Dintorni di Harrisburg, Pennysilvania.
Nel tipico giardino di una tipica abitazione di campagna del New England, un assolutamente tipico esemplare di Felis Catus dorme stravaccato su un fianco a poca distanza da un altrettanto ordinario Canis Canis di razza orgogliosamente bastarda, di piccola taglia.
Nell'avvicinarsi ad un esemplare di Centaurea Cyanus (fiordaliso), una farfalla ali di zebra, Eurytides Marcellus, sfiora con un suo battito d'ali le sensibilissime vibrisse del felino, svegliandolo. "Natadancane" pensa a suo modo l'animale guardandola allontanarsi, allungando voluttuosamente le quattro zampe. Nel far questo, la zampa anteriore destra intercetta il tragitto di un gruppetto di Formica fusca costrette così a cambiar direzione e a percorrere il mezzo metro che le separa dal nero lato B del canide. Un paio si infilano a un niente dalla coda. Il cane si desta, si agita nel tentativo di scacciarle, invano. Si fionda verso la porta posteriore di casa, aperta, che dà sulla cucina. Qui incoccia sulle gambe del padrone, mentre il cordless su cui questi stava componendo un numero si libra in aria e conclude la sua parabola sul tavolo.
- Cane del cazzo!
- Michael! - (la moglie) - Devi proprio esprimerti in questo modo? E chi cazzo devi chiamare alle sette del mattino?
- Ecco, appunto. Cazzo, sempre in mezzo i tuoi cazzo di animali del cazzo. Chiamerei quel cazzone di mio cugino, in Italia, se non me lo impedissero. Lì sono le undici. Beh, passami quel pane imburrato, ci riprovo dopo colazione.
Livorno, ore undici e quindici. Il cugino cazzone sta camminando svelto in via del Vigna quando nella tasca destra dei calzoni qualcosa inizia a vibrare. Si blocca all'istante per estrarre il piccolo cellulare ultrapiatto. Troppo istantaneamente: Massimo detto il Loja, che lo seguiva distratto come al solito gli stampa la sua sproporzionata pinna nasale sulla schiena.
- Ir budello di tu' ma'!! O cosa ci 'ombina fermassi 'osì, d'amblé?
L'altro lo guarda di sbieco e riparte, rispondendo al cugino americano.
Il Loja fa un gesto disgustato con la mano e si guarda intorno.
- Boia, guarda un poìno dove mi son ritrovato grazie a quel brodo. Guasiguasi mi fermo che l'ora è quella giusta.
L'insegna del bar dice "Civili", e a Livorno 'un c'è bisogno d'aggiungere altro.
- Carlo, mi fai un ponce?
- Vieni, Loja! Boia, solo te ir ponce all'undici, eh! come te lo fo, rumme e sassolino?
- Sambuca ce n'hai?
- Ce n'ho sì, dé. Ma un'è meglio 'r sassolino? Via che ormai l'ho fòri.
- Fai te, tanto fai sempre ir cazzo che ti pare. Ha' visto? oggi forse inchiodano 'r chiorbone bitumato...
- Eh, diovolesse!
Il calendario dietro al bancone è aperto sulla pagina di maggio 2015. Dopo quasi 20 anni, il presidente del consiglio ha finalmente ricevuto una condanna definitiva, e alla Camera si sta discutendo la richiesta di autorizzazione all'arresto. La votazione è prevista per il pomeriggio, alle sedici in punto.
- Oioi 'om'è bòno 'r ponce dé. Senti, Carlo, ma poi vella storia di Mario com'andò a fini'? No, sai, fece certi pezzi...
All'altro lato del bancone, Nicola si alza e sbuffa. Voleva star tranquillo altri dieci minuti, ma sa che frenare l'esuberanza del Loja non è possibile. Rassegnato, paga ed esce. Francesca lo aspetta a Firenze per pranzo, poi nel pomeriggio lo accompagnerà agli Uffizi, dove non è mai stato. Una vecchia amica dei tempi dell'Università. Bei tempi...
La Firenze-Pisa-Livorno è trafficata ma non ingolfata. Vado tranquillo, pensa Nicola, inutile correre rischi inutili, è una strada bastarda. Poco prima di Empoli, la botta. Nicola guarda nello specchietto. Un banale tamponamento poco dietro di lui, accosta e scende. Nessuno si è fatto niente, tutti scendono, dietro si son fermati... e già un po' di coda si sta formando.
"Boia, che botta di 'ulo, se partivo un attimo dopo beccavo tutta la 'oda". Riparte tranquillo. "Loja, amico, ir prossimo ponce te l'offro io, dé".
Ore tredici e dieci. Nicola arriva in Piazza Puccini, parcheggia come può che la zona è fra le più impossibili della città e sale tre gradini a tre le due rampe di scale di casa Faustini. Francesca non è cambiata per niente... Nicola come ogni volta si chiede come mai fra loro non sia mai scattata quella molla.
- Bischera!
- Troiaio!
Una risata cristallina di entrambi, e un abbraccio... beh...
- Lasciali stare, i Bischeri. Lo sai come originò il termine a Firenze?
- Dé, so a malapena chi erano i Quattro Mori di Livorno, io...
- Allora chétati e ascolta. Allora, devi sape' che quando costruinno i' DDòmo...
- Costruinno?
- Costruiedero. Ma aspetta un attimo... volevo chiamare Paolo a Roma insieme a te, chiamiamolo ora visto che sei arrivato in anticipo, no?
Ore tredici e trenta. Paolo, affermato architetto trapiantato da Firenze nella capitale, con la giovane fidanzata Amanda, che è anche la praticante del suo studio, sta rientrando a casa, in via Palestro, dopo il lavoro. Un pranzo veloce, e saranno di nuovo in studio. La telefonata di Francesca lo sorprende già con le chiavi in mano. Le rimette in tasca.
- Carissima! No che non mi disturbi, affatto! Come? C'è anche quel finocchiaccio di Nicola?!
Mentre parla, prende ad andare in su e giù per il marciapiede. Amanda si allontana verso l'angolo, spulciando il cellulare a sua volta. E' molto appariscente, Amanda. Le piace mettersi in tiro, anche per andare al lavoro. Molte teste si girano al suo passaggio, e lo sa.
E lo sa pure il guidatore di un'Audi, che transita in quel momento da via Palestro verso l'angolo con via Venti Settembre, a bassa velocità, e la guarda fissa... e lo stop si avvicina...
L'impatto è inevitabile. L'utilitaria diretta verso Porta Pia prende in pieno l'Audi che ha occupato la carreggiata e viene sbalzata nell'altra corsia, colpendo un'altra auto, due scooter, e coinvolgendo altre auto che non riescono a frenare in tempo. Sette saranno i feriti, non gravi.
Ore sedici e venti, Policlinico Umberto I, Pronto Soccorso del CTO. Due dei feriti nell'incidente si guardano sconsolati mentre aspettano il loro turno per gli ultimi accertamenti. Per entrambi si prospetta un ricovero nel reparto di Ortopedia. Occupavano il sedile posteriore di un auto blu diretta verso la Camera. Sono due giovani deputati dell'opposizione.
Pochi minuti dopo, aula di Montecitorio.
Prende la parola il Presidente della Camera.
"Comunico i risultati della votazione, a scrutinio segreto, concernente l'autorizzazione all'arresto del Presidente del Consiglio, Onorevole B.
Presenti 595. Astenuti zero.
Maggioranza 298.
Favorevoli 297, contrari 298.
La Camera respinge".
Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo.
Qualche volta non è un uragano, ma si verifica con identica ineluttabilità.
Vertiginosamente geniale questa ennesima ma originalissima versione di destini collegati (e originati) da un'inezia. Gustoso condimento, poi, il bellissimo parlato toscano. La prima volta che sentii dire "Nata da un cane" al posto di "Figlia d'un cane" mi colpì al punto da travasare l'espressione in un romanzo, dove si parlava di un vecchio preside "segretamente innamorato della Cagna di matematica, che poteva essere sua figlia nata da un cane".
RispondiEliminaQuanto all'altro Nato da un cane, il Peto coi Tacchi, speriamo che entro il 2015 ci sia davvero una tale opportunità, ma che al pronto soccorso ci finiscano un paio di lecchini e portaborse suoi...
Grande runner! :D
Runner, è ufficiale: "IO TI AMO"..
RispondiEliminaOvviamente, ehm..quello..uhm.. sarà il titolo del mio prossimo racconto..cosa avevi capito? ;)
Maqquantomipiaceleggerti?
ME RA VI GLIO SO !
Un bel racconto!
RispondiEliminaFuturibile?
Ho forti dubbi, ma lo spero
ma perchè cacchio le donne amano gli artisti???
RispondiEliminaluciano er califfo.
La realtà ormai supera la fantasia ..per me puoi osare di + ... e fare un salto a Pisa :D
RispondiEliminaboia dè..
RispondiEliminati leggo e mi commuovo dal ridere e ci spero.
ma quanto sei braverrimo??????????...solo che se ho capito il finale ,Nanolo se la cava anche stavolta?? e no cazzo..!!1 fammi un finale che mi faccia buttare a terra dalla felicità!
RispondiEliminaZio, i tuoi complimenti non finiscono di stupirmi. Metti più tabacco. ;)
RispondiEliminaMaster, lo speri?? si va sotto di uno, eh.
RispondiEliminaAnche tu, Patè. Forse ti sei commossa troppo... ;)
Luciano, quali artisti? :)
Janco, niente Pisa!!! a malincuore eh.
Chica... ooooohhh tu hai capito bene,
RispondiEliminaMa i racconti servono anche a esorcizzare la realtà, vediamo di buttarci a terra per davvero...
Grace (ma m'ama)...
RispondiEliminaguarda cosa hai fatto al mio omino, GUARDA!!!
;)))
Esilarante al 1000 x 100, un continuo scoppiettare di battute spassose arricchito da quelle frasi in livornese.
RispondiEliminaQualche tempo fa ho conosciuto personalmente Paolo Virzì, un livornese puro sangue.
web....l'omino era già rosso????
RispondiEliminaChica, no...
RispondiEliminaELLO è posseduto da Grace...
La farfalla pesa un pelo e per colpa di quel pelo s'ingenerano tutti gli effetti che hai così ben congegnato per il colpo di scena finale.
RispondiEliminaMa no basterà una farfalla a salvare il nano.
ahhhhhhhhhhhhhhhhh!!!la cazzara santa ha colpitoooooooooooooo ancoraaaaaaaaaa!!!:D
RispondiEliminabellissimo racconto, quasi poetico all'inizio, esilarante in mezzo (troppo forte "'r chiorbone bitumato") e intenso alla fine, per un attimo ho avuto il batticuore e ho creduto di essermi persa il meglio della giornata.
RispondiEliminaBravo!
Hahahahahaha l'omino ha fatto come l'orologio?
RispondiEliminaAllora nemmeno tu mi ami?
Ti prendo a botte di sHtronso?
Basta che me lo dici,eh! ;) :D
L'ho capita ora... perdo colpi.
RispondiElimina(o prendo colpi... di sHtronso)
Ma sai che mi piace di più rosso?
Chica, come vedi Grace (ma mena) minaccia di colpire ancora, ma me fisicamente...
Aldo, grazie, mamma mia che piacere. Virzì è uno dei grandi mentori di Livorno e della Toscana tutta.
RispondiEliminaAlberto, speriamo di avere ben presto una farfalla comunista dalla nostra parte
Marisa le tue parole son musica per le mie orecchie... e tu di musica te ne intendi!
Epico... Davvero... Qualcosa di mai letto! Strepitoso in senso assoluto! Aspetta che lo ridico: STRE-PI-TO-SO!
RispondiEliminaAnche se nuovo di queste pagine non posso che farti i mie complimenti.
RispondiEliminaI tuoi resoconti sportivi mi esaltano in egual misura.
Un saluto
Grandissimo racconto, anche se mi sa che a salvare il Testa d'Asfalto nazionale non sarà il fruscio d'ali di una farfalla, ma quello ben più profumato delle banconote...
RispondiEliminama grande!!!
RispondiEliminaQuesto racconto è molto, molto bello. Entra nella categoria dell'"avrei voluto scriverlo io".
RispondiEliminaVaniglia, l'omino come hai visto era già arrossito... arrossisco io stavolta, grazie! :)
RispondiEliminaAle, chissà che in quattro anni qualcosa non cambi. Certo se continuiamo così a farci del male...
Ernest, ma grazie!
Oh, Silas, anch'io ho pensato qualcosa del genere sul tuo blog. ;)
Adesso ho capito perchè gli piacciono tanto le farfalline.
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