sabato 26 febbraio 2011

Mutatis mutandis...

... che non significa cambiate le mutande, bensì cambiato ciò che bisogna cambiare, in termini di spazio, tempo, circostanze e quant'altro.
A cosa mi riferisco?
Ma all'ennesimo e definitivo salto di qualità del servizio televisivo pub(bl)ico italiano.








Ora, sopportare la presenza dell' imparziale paladino della libera informazione, dell'autodeterminazione delle donne e della dieta mediterranea nel posto che fu di Enzo Biagi (che è morto e quindi non può nemmeno difendersi a scaracchi o quanto meno invocare le forze dell'Ade, cioè volevo dire a'Ppadreppie) corrisponde, cambiate le mutande appunto, ad avere/aver avuto, che so:
- Gianni Morandi al posto di Joe Cocker sul palco di Woodstock


- Maurizio Lupi come top runner a Berlino al Posto di Haile Gebrselassie

- Un ex fascista dalla testaatriangoloisoscele collabaseinalto nel seggio di Presidente della Camera che fu di Nilde Jotti
Nilde... e tu dovevi imparargli meglio
Il triangolo noooo...

(uhm... questa mi sa di deja vu)

E ancora tanti altri scenari, ipotetici (che so, la Gerini al posto di Nathalie Portman nel sequel di V per vendetta, con colonna sonora di ZAMbuglione) o orribilmente accaduti (che so, Occhetto, D'Alema, Veltroni, Franceschini, Bersani nel ruolo che fu di Berlinguer, o Renzi sindaco di Firenze nel posto che fu di La Pira).

... Mala Tempora Currunt.

lunedì 21 febbraio 2011

La porti un bacione a Scandicci...



Ci si potrà chiedere cosa c'entra questa copertina con questo post.
Beh, mica è facile trovare qualcosa da dire sul ridente (ma che c...o ciavrà da ride') paesone di Scandicci alle porte di Firenze, che esuli dalla triste (e trista) mitologia di "Cicci, il mostro di Scandicci" che tanto ha tormentato l'infanzia di quelli della mia età, nei primi anni '80, ispirando filastrocche, canzoncine paurose, sfottò crudeli.
Meglio parlare di letteratura, per introdurre la fantastica (per me) gara di ieri.
Perchè, sapevatelo (io l'ho scoperto per caso), proprio a Scandicci David Herbert Lawrence trovò l'ispirazione per scrivere, dal 1925 al 1928, il suddetto capolavoro. Mi chiedevo cosa ci potesse trovare d'ispirevole in un posto così, che tra l'altro era a quei tempi uno dei posti più fascisti di questa parte della galassia, prima di scoprire che in realtà il Lawrence abitava nella splendida collina di Mosciano che domina il paese. Ah, ecco.
La trama dell'opera: una talentuosa attrice molto drammatica (Chatterley è il nome d'arte, all'anagrafe fa Bartolini) sposa un ricchissimo cialtrone mitomane e tossicodipendente, con l'abitudine di farsi da solo. Stanca delle feste continue a base di minorenni e dittatori assortiti e della servitù di glabri ex-sindaci comunisti ed ex(?)-picchiatori, diviene l'amante di un filosofo del nulla che diverrà sindaco barbuto di un posto pieno d'acqua, ritirandosi in una vita governata dalla sensualità e dall'appagamento sessuale.
Boh, mi pare fosse così, l'ho letto un po' di anni fa.
Ma veniamo alla gara.
Mezza maratona città di Scandicci, un classico del calendario toscano.
Fino all'anno scorso era uno dei pochi percorsi mossi tra le mezze in calendario, quest'anno c'era un nuovo percorso molto più scorrevole interamente in paese, due giri francamente bruttini, ma per com'è andata va bene così.
Come al solito dormo poco e male, ci faccio appena caso ormai.
La giornata è ideale: dieci gradi alla partenza, cielo coperto, neanche una bava di vento.
La partenza è in piazza Matteotti, di fianco al Monumento ai Caduti della Resistenza di Scandicci (che io DEVO sempre citare, di questi tempi è doveroso).
Che dire della gara?
Due cose: che ho corso proprio bene, e che è stata una grande emozione, perché l'ho fatta proprio come volevo.
Il risultato: 1ora 21' e 24", media 3' 51".
Fa un grande miglioramento (1'50" circa), fa la convinzione di aver fatto una buona scelta a puntare sulle mezze maratone nella prima metà dell'anno, pur col rammarico di rinunciare ad andare a Roma fra un mese. Fa inoltre la possibilità, non solo la speranza, di poter attaccare il muro dell'ora e 20 minuti, che sembrava lontanissimo solo poco tempo fa.





















Anche se la partenza è stata troppo veloce (eh, mi son fatto trascina') il ritmo è stato sempre regolare, la concentrazione massima (di distrazioni ce n'erano poche, del resto). L'unico piccolo rammarico è stato non riuscire a cambiare decisamente nel finale (tanto che il mio compagno di squadra Bernardo, giovane virgulto che arriva dalla pista e che mi ha raggiunto al diciannovesimo, mi ha dato quasi 30 secondi in 2 chilometri...) ma sono dettagli da affinare in futuro.
La classifica: degli 815 iscritti, concludo 51°, 43° di categoria. Ma questo conta davvero poco.
Il video seguente un c'entra una cippa, se non nella simbologia del fiore di loto (che produce simultaneamente il fiore e il frutto, cioè l'effetto si produce nel momento stesso in cui si pone la causa. E poi è così bella l'idea di un fiore che cresce in uno stagno melmoso, suggerisce qualcosa d'importante sul qui e ora).
Ma questi signori son talmente geniali che voglio godermeli in questo momento di... chiamiamola overdose endorfinica, va'.

mercoledì 16 febbraio 2011

Ancora una manciata di Haiku.

Poi mi sa basta, che sennò divento monotono.
Come sempre, cliccare sui linchi.


HAIKUel6Aprile

L'Aquila trema:
sPorcata. Due anni dopo
Porco vacilla.

HAIKUandosenonSempre

Libere, degne.
A piede libero, indegno.
In-differenza.

HAIKUantoseiServo

Avrebbe detto
Cesare, Nomen Omen:

HAIKUreggeVerdi

solo l'anima vostra:
verde-marrone.

HAIKUiMedioevoProssimoVenturo

Ipocrita velo,
Difesa della Vita:
Morte dell'Etica.

HAIKUoreNero


Nobil vigore,
statista esemplare? No:
vil Picchiatore.


HAIKUloFlaccido


Mahatma, Madiba,
Padre: si raccoglie ciò
 che si semina.

venerdì 11 febbraio 2011

Via dai coglioni...

... lo zio di Ruby.

Quello da parte di naso.

Si aspettano notizie da quello da parte di fava, o di culo flaccido.


 Hosni... adess' te facc' u' ggiuoco


giovedì 10 febbraio 2011

Doping, e ancora stramaledetto doping.

Mi chiedo da anni cosa può portare un atleta, giovane o meno giovane, forte o meno forte, dalla cultura più o meno vasta ad avventurarsi nei tristi e loschi meandri del doping. 
E' il "sistema" che è marcio di suo, oppure ha delle falle e i più furbi riescono a infilarcisi? è voglia di apparire ed emergere ad ogni costo, anche a scapito della salute? Sono vittime, ma di aguzzini senza scrupoli o solo e soltanto di se stessi?
Una cosa è certa, quando qualcuno si addentra in una strada così impervia, che sia una sua scelta o sia caduto in un gioco più grande di lui, non è più degno di essere chiamato sportivo. Lo sport è prima di tutto sfida con i propri limiti, una sfida in cui non è concesso barare, e questo vale ai massimi livelli agonistici come ai nostri livelli amatoriali. Trovo inconcepibile barare per sembrare quello che non si è, è un'incommensurabile confessione di mancanza di qualità interiori, che si cerca di vicariare potenziando quelle "esteriori". Come, che so, un ultrasettantenne di infime qualità morali che si ricopre la testa di un percolato radioattivo e si circonda di ragazzine coprendole di euri (tralasciando i reati connessi, basterebbe questo per foderare la sua coscienza di scaracchi purulenti).
L'ultimo caso mi fa veramente torcere le budella, perché si tratta di un recidivo che era da poco tornato alle gare. Riccardo Riccò, ventisettenne ciclista emiliano secondo al Giro d'Italia 2008.
Il Rick Astley delle due ruote
Il tipo qui fu colto per la prima volta con le mani nel trogolo al Tour 2008, risultando positivo al CERA, l'EPO di terza generazione. Lo ricordo spavaldo un paio di giorni prima quando, vincendo a Bagneres du Bigorre dopo essere scattato sul col d'Aspin, sul traguardo si rivolse alla giornalista Rai con un "che classe!" che a risentirlo ora fa venir voglia di prenderlo a coomeri sur groppone mentre è in discesa sul Pordoi, se ce lo fanno tornare. Squalificato per due anni, poi ridotti a 20 mesi per "collaborazione", è tornato alle gare l'anno scorso. Tre giorni fa Riccò ha un malore e va al pronto soccorso dell'ospedale di Pavullo. Diagnosi - pare - insufficienza renale dovuta a un'autotrasfusione che il corridore si sarebbe fatto a 25 giorni di distanza dal prelievo del sangue. Per questo ora rischia la radiazione come recidivo, e sarebbe anche il caso.
A che cosa si arriva... per 25 giorni avrebbe conservato il proprio sangue in casa... mi chiedo se fosse consapevole dei rischi che correva. Per cosa poi? per tornare a vincere in modo immeritato come due anni fa?
Non è il primo e purtroppo non sarà l'ultimo. La lista si allunga sempre più, e tanti sono tra l'altro i casi curiosi, perché chi bara non ha evidentemente la faccia per ammetterlo, e si inventa le scuse più becere (Qui una discussione di qualche mese fa in proposito, e chissà che chi la propose non si senta "evocato").
Tante le delusioni in questi anni, e mi limito agli sport che preferisco, ciclismo e atletica. Nel ciclismo gli ultimi anni sono stati un bollettino di guerra, ogni nome è un colpo alla speranza di uno sport finalmente pulito.
Birillo
In Vino Mendacio
I sospetti su Armstrong. Le confessioni di Floyd Landis. Stefan Schumacher, il cui avvento avevo salutato come la comparsa di un calzolaio finalmente decente nel mondo dello sport. L'"operacion Puerto", che coinvolse una marea di gente, da Ullrich a Valverde a Birillo Basso. L'ultimo grande, Alberto Contador, che in questi giorni sta arrampicandosi eternamente sugli specchi (oh, mi piacerebbe dargli retta, ma via...). E poi due che venivano da tutti considerati modelli di pulizia, Alexandre Vinokourov e Davide Rebellin, beccati mica da ragazzini.





Come dimenticare poi quest'individuo?

E questa tizia
Ecco, mi fermo qui perché son senzibbile e ho già lo stomaco sottosopra.
E come non chiudere con un classico del buonismo inutile, gli SPOT ANTIDOPING? Questo è stato premiato come miglior spot 2009 dalla (ahahahahah) nazionale italiana di calcio. Ecco, a guardare 'sta roba si dà quasi ragione a Riccò. 

Volete un VERO spot antidoping? foto a confronto. Negli anni '70-'80 nella ex DDR c'era il doping di stato, in particolare per le donne ("è facilissimo dopare una donna, basta farla diventare un uomo"). Dopo il 1990, di tutte le campionesse che spadroneggiavano nell'atletica, una sola rimase ad alto livello  nella Germania unificata: Heike Daute-Drechsler, una delle più grandi atlete di ogni tempo, in grado di vincere mondiali, europei ed olimpiadi dal 1983 al 2000. 
Questa la ventenne Drechsler negli anni '80.




















Questa invece la Drechsler a fine carriera dopo aver trionfato ancora alle Olimpiadi di Sydney, nel 2000, a 36 anni.



Ora, se a quasi quarant'anni una sembra la figlia di se stessa a venti (e questa non sembra sua madre, bensì suo padre, ma avendocelo più lungo), io dico che i danni del doping li capisce anche un Riccò, ok?

martedì 8 febbraio 2011

Di sciacalli e altri animali.

A volte capita di sentirsi un po' così.
Di alzarsi che è già pomeriggio, perché sei andato a letto dopo l'ennesima, dura notte in ospedale in cui ti sei trovato come sempre di fronte alle contraddizioni infinite di un sistema sanitario che - in ogni caso a ragione - viene considerato ancora tra i migliori del mondo.
Capita che quello che ti stanca non sono solo - e non tanto - le tante ore in piedi, l'attenzione da mantenere alta nel cuore della notte, le decisioni da prendere in pochi attimi. Quello che stanca di più è sentirsi parte di un ingranaggio in cui la sanità è una delle tante voci, tra le più stonate, di questo grande mercato delle vacche in cui stiamo lasciando che si trasformi questo paese, per limitarci ad esso. Quello che stanca è anche accorgersi che gridare il proprio NO alla freddezza, alla spersonalizzazione della gente, all'interesse a tirare a "fa' ciccia" non trova riscontro nei colleghi né tantomeno nei medici, parlando come atteggiamento generale. E ti rimane comunque la paura, quando non già la sensazione, di lasciarti coinvolgere dall'"andazzo generale", di chiudere più o meno consapevolmente uno o anche tutti e due gli occhi per esaurimento, per quieto vivere, perché vittima dell'ineluttabilità di certe nefaste tendenze.
Capita di alzarsi così.
In una giornata in cui neanche il sole ha voglia di infrangere quel muro di nebbia innalzato dall'alta pressione.
Capita di fare un giro per siti d'informazione, e trovare motivi di rabbia, da incanalare in direzione positiva.
Perché gli sciacalli lo avevano minacciato a suo tempo, e paiono fermamente intenzionati a mettere in atto la minaccia, con inaudita mancanza di rispetto e sprezzo del ridicolo.







Domani, 9 febbraio, è il secondo anniversario della morte di Eluana Englaro. Chiedo scusa agli sciacalli per l'iniquo paragone, perché qui siamo oltre lo sciacallaggio. Resto ancora in attesa della reazione di Micromega e dell'UAAR, che due mesi fa avevano lanciato una "Giornata per la libertà di scelta sulla propria vita" e che ora latitano.
Non latita invece il branco (con in testa i capibranco Fazio, Sacconi e Roccella), che per domani si dà appuntamento a ranghi compatti al Centro Congressi Roma Event con l'ignobile collaborazione dell'Università La Sapienza.


Ma questo evidentemente non basta. Il branco assume in qualche modo anche le caratteristiche di un gregge, e come tale entra in gioco il cane pastore. Che oltre a benedire (stupore) l'iniziativa suddetta ci mette del suo, indicendo per l'11 febbraio nientemeno che la sedicente "Giornata mondiale del malato", nella "ricorrenza della memoria della beata vergine di Lourdes". Lo scrivo tra virgolette sennò sembra che, essendo nel 2011, piglio per il culo. E quando, il soave pastore (sì, ma delle anime de li mortacci sua), ha indetto questa giornatina di givbilo? ma niente meno che il 21 novembre 2010 ("festa di Cristo Re dell'universo", tanto per restare ancorati al ventunesimo secolo, eh), cioè negli stessi giorni in cui Fazio e la Roccella proclamavano il loro Giorno dello Sciacallo.
Tu guarda a volte le coincidenze eh?
Oh, il testo linkato sopra col discorso di Nazingher meriterebbe una bella disamina parola per parola. Ma ora un ce la fo. Chi ha stomaco lo faccia per conto suo E who hath understanding reckon the number of the beast. For it is a human number.


Penso che adesso andrò a correre, un 13-14 km in progressione. E correre è anche meditare, in queste circostanze. E caricarsi, certo.
Per finire, il 21 febbraio la discussione sul testamento biologico torna in parlamento. Medici e altri operatori sanitari prendono posizione con due spot, che io trovo pacati ma convincenti. Sicuramente un buon punto di partenza.











mercoledì 2 febbraio 2011

Pro et contra

Stamani ha finalmente chiuso la Fabbrica del Muco Stantio Appestato.
Esaurimento scorte.
Torna così libero il passaggio per le polveri sottili.
Mai una gioia.
Anzi, una sì: potermi unire al popolo di chi si identifica con le proprie gonadi: